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Aggrapparsi alla vita : “Liliana” l’emozionante lavoro di Ruggero Gabbai  

La Festa del cinema di Roma 2024 chiude la settimana accogliendo con grande emozione il nuovo documentario di  Ruggero Gabbai dedicato alla Senatrice a vita Liliana Segre.  

Il documentarista unisce l’insieme delle storie e degli accaduti unici della Segre in un’emozionante  testimonianza dove è lei stessa che sceglie di raccontarsi, a distanza di molti anni, insieme ai suoi tre figli.  “Liliana” non è solo la storia di una donna sopravvissuta alle atrocità dell’Olocausto, ma è una vera e  propria celebrazione alla vita , dove il coraggio e la forza diventano segno indelebile e collettivo per non  dimenticare le vittime della Shoah .  

Alberto , Luciano e Federica , figli della Senatrice, scelgono di raccontare insieme alla madre quanto fosse  significativo e prezioso crescere con alle spalle una storia indelebile. La nascita del suo primo figlio Alberto è  stato un passo fondamentale per ricongiungersi sempre di più alla vita, dimostrando quanto l’amore possa  essere timoniere di un porto sicuro .  

Il 19 Gennaio 2018, anno in cui ricade l’anniversario delle leggi razziali fasciste il Presidente della Repubblica  Sergio Mattarella sceglie di nominare Senatrice a Vita Liliana Segre. All’interno del documentario si pone  particolare attenzione allo sguardo pessimista che la Segre pone nei confronti della memoria, rafforzando  sempre di più il messaggio ai più giovani di difendere la democrazia e di condannare ogni tipo di  discriminazione. Gabbai apre un confronto storico necessario sulla memoria della Shoah , sul quale la Segre  ritrova conforto nelle nuove generazioni attraverso l’istruzione , invitando a non precludersi nessuna  esperienza che possa incentivare la propria libertà .  

Al contempo i suoi occhi non nascondono un forte pessimismo nel riuscire a mantenere vivo un segno  indelebile come l’olocausto, così nasce Binario 21 un memoriale sotterraneo all’interno della Stazione di  Milano. Nel 1944 Liliana Segre, insieme a suo padre, partendo dal carcere di San Vittore a Milano vennero  deportati ad Auschwitz , ma solo lei riuscì a ritornare a casa . Il silenzio dei binari non è altro che  un’assordante vergogna quale conserva preghiere ed urla di vita annientate.  

“Liliana” non è una testimonianza, ma è un inno alla libertà . La stessa Segre ad ormai 93 anni , mostra  insieme ai suoi figli ed i suoi nipoti un grazie alla vita ed a se stessa quotidiano, godendosi l’amore di tutte le  persone che la omaggiano e la ringraziano per aver scelto la vita.

Articolo a cura di Nives Nourieh Rose Nocito