Intelligenza artificiale: se ne sente parlare un po’ ovunque, c’è chi ne esalta le potenzialità e chi prevede scenari distopici.
Ci possiamo davvero fidare di questa nuova tecnologia?
Durante l’evento finale del percorso BeJour 2023 tenutosi nel Centro Congressi del CoRiS, si è parlato di vantaggi e rischi possibili dell’IA e di come questa sta per essere regolamentata dalla Commissione Europea.
Attualmente, infatti, non esiste ancora un vero e proprio quadro giuridico di riferimento che ne definisca lo sviluppo, la commercializzazione e l’uso. Una delle difficoltà principali è proprio quella di stabilire una definizione che metta tutti d’accordo e che includa anche possibili sviluppi futuri. “Intelligenza artificiale è una bellissima locuzione ma rappresenta un perimetro difficilissimo da definire” afferma il prof. Simone Calzolaio durante il suo intervento.
La proposta UE, per risolvere questo problema, sta cercando di non regolamentare i cosiddetti sistemi di apprendimento automatico in quanto tali ma di disciplinarne l’utilizzo. A differenza di altre Commissioni, la Nostra focalizza il suo lavoro sulla salvaguardia delle persone, dei valori e dei diritti. Di conseguenza, l’approccio più adeguato è quello risk-based che permette di classificare i rischi relativi all’uso di questa nuova tecnologia in categorie basate sulla pericolosità o meno di determinati impieghi.
La responsabile comunicazione DG Connect, Ewelina Jelenkowska-Lucà, ha raccontato come, già nell’ormai lontano 2019, la preoccupazione principale della Commissione era quella di rassicurare la società, da un lato, ma, allo stesso tempo, di non bloccare l’innovazione nel nostro continente.
Fondamentale sarà, come ha sottolineato il funzionario AgCom, Francesco Di Giorgi, anche dopo l’istituzione di un quadro giuridico di riferimento quale l’AI Act, un’alfabetizzazione digitale adeguata a far sì che tutti sappiano trarre vantaggio dall’uso dell’IA ma, contemporaneamente, proteggersi da eventuali rischi.