Questo pomeriggio, alle ore 18, verrà inaugurata la mostra “Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa”, ideata da Claudio Parisi Presicce e a cura di Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro per celebrare la ricorrenza dei 1900 anni dalla morte dell’imperatore che ha portato l’Impero alla sua massima espansione.
Per la prima volta al Museo dei Fori Imperiali, si avrà la possibilità di rivivere l’epoca storica che ha reso Roma “caput mundi”. La mostra racconta la vita dell’optimus princeps, il migliore tra gli imperatori, il quale riuscì a ottenere il consenso incondizionato da parte dell’esercito e del senato, fino alle più disparate popolazioni dell’Impero.
Traiano fu il primo imperatore non romano di nascita, bensì ispanico. Seguì le orme del padre naturale e percorse velocemente la carriera militare, dimostrando doti di stratega e combattente sul campo a fianco dei suoi uomini. L’imperatore Nerva lo scelse come suo successore, diventandone il padre adottivo. Proprio da questi, Traiano, giovanissimo, imparò a sciogliere i nodi delle riforme sociali ed economiche di cui l’Impero aveva urgente bisogno.
Il “racconto” della mostra si sviluppa attraverso statue, ritratti, decorazioni architettoniche, calchi della Colonna Traiana, monete d’oro e d’argento, modelli in scala e rielaborazioni tridimensionali e filmati. È divisa in 7 sezioni e segue un percorso ben preciso. Si parte dalla morte del princeps, entrando nella sua tomba, il basamento della Colonna di Traiano. Nella seconda sezione, il racconto scorre a ritroso, dalla commemorazione della vittoria nel trofeo di Adamclisi, opera emblematica dell’arte provinciale romana, accompagnata dal video che ci trasporta in quei luoghi. Le grandi statue del Foro di Traiano e una straordinaria testa in bronzo da Nijmegen mostrano come già in vita fu costruita la figura di valoroso condottiero in guerra e di saggio amministratore in pace. Le vicende dei combattimenti e la conquista sono raccontati nel fregio della Colonna di Traiano, mentre il nemico sconfitto è evocato dalle imponenti figure dei Daci dal Foro di Traiano. Dopo la guerra, si passa al racconto del processo di “costruzione della pace”.
Un video porterà poi i visitatori nelle province dell’impero grazie ai numerosi modelli in scala e alle raffigurazioni di monete d’oro e d’argento. Tutto per esaltare la potenza e la prosperità di quell’Impero. Al piano superiore, infatti, nella sezione del museo dedicata al Foro di Cesare, si avrà l’occasione di ammirare due frammenti di fregio, dai Musei Vaticani e da Berlino, per la prima volta riuniti in occasione dell’anniversario. Ma il racconto narra anche degli spazi privati dell’imperatore, con stucchi dorati, marmi e affreschi della villa ad Arcinazzo, solo da poco riportati alla luce, restaurati e ricomposti.
La figura di Traiano continuò a riscuotere fortuna anche nei secoli successivi: Dante lo collocò nel purgatorio tra gli esempi di umiltà, nonostante fosse pagano. Oggi, è l’artista romena Luminița Țăranu a rendere omaggio all’optimus princeps con un’installazione monumentale di arte contemporanea da lei ideata: “Columna mutãtio – La spirale” . Il messaggio che l’artista, romena di nascita e italiana di adozione, intende trasmettere, è la “mutazione” di significato che avvenuto nel corso del tempo circa l’interpretazione della Colonna Traiana. Nata per celebrare la conquista della Dacia da parte dei Romani si è trasformata nel simbolo del profondo legame storico tra l’Italia e la Romania.
Rivivere quei momenti, avvertire il pathos della storia che ha dato vita al mondo d’oggi, sarà possibile da domani, 29 novembre, fino al 16 settembre 2018. Un’occasione da non perdere.
Carmen Baffi