I problemi del riscaldamento globale sono ormai una questione all’ordine del giorno, ed essi si ripercuotono oltre che sul piano ambientale anche su quello umano. Squilibri di temperatura, acquazzoni mai visti prima e nevicate fuori stagione colpiscono ripetutamente svariate parti del mondo, con ovvio disagio delle popolazioni che le abitano. Il filosofo australiano Glenn Albrecht ha coniato un termine in proposito: la solastalgia. Egli si riferisce al malessere fisico quanto psicologico causato negli individui dai cambiamenti ambientali.
Albrecht, professore sino al 2014 di Sustainability alla Murdock University, nel giro di un decennio ha prodotto svariate riflessioni su fenomeni quali inquinamento, effetto serra e simili che secondo la scienza ufficiale sono giustamente causa di quei mutamenti climatici su cui l’interesse mediatico è salito in maniera esponenziale solo dopo l’ascesa di quella Greta Thunberg che tanto divide l’opinione pubblica.
Proprio con il neologismo dell’australiano viene intitolata la mostra curata dai ragazzi della IX edizione del Master in Management delle Risorse Artistiche e Culturali, Solastalgia.
In esposizione fino al 28 novembre al Mattatoio di Testaccio, Padiglione 9A, l’obiettivo dell’evento è dare forma al sentimento teorizzato dal filosofo attraverso fotografie, video, sculture e materiale di reportage di vari artisti italiani e non: Ellingsen, Hayeur, Abati, Cruz, Amoruso, Pajewski, Della Corte e Toscano.
Le opere di ognuno di loro sono finalizzate a focalizzare l’attenzione su un determinato tema relativo ai mutamenti ambientali: alcuni propongono una visione più astratta che esprima il disagio derivato dalla solastalgia, altri cercano di portare agli occhi dei visitatori immagini reali, che testimonino le problematiche ambientali meno risonanti, come l’avvelenamento industriale e il turismo di massa.
Promosso dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, l’evento mira anche a dimostrare la volontà di cambiamento dovuta alla consapevolezza delle problematiche conseguite ai cambiamenti ambientali, con la nuova generazione che deve prepararsi a rimediare alle mancanze delle generazioni precedenti, per le quali le problematiche ambientali erano prive di importanza, soprattutto a causa di una scarsissima divulgazione sull’argomento e all’assenza di iniziative come la mostra a Testaccio.