La radio, quel mondo tanto affascinante quanto difficile da interpretare. La voce ne fa da padrone, il ritmo è essenziale come la fluidità del parlato. Elementi che potrebbero scoraggiare tante persone ma non chi vive con la passione per questo mezzo d’informazione e intrattenimento. Un discorso che calza a pennello per Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori e editori del programma notturno di Radio2 “I Lunatici”. Programma alla prima edizione che è diventato leader della programmazione notturna della radio di casa Rai.
Tanti sacrifici e tanta gavetta per i due “Lunatici” che hanno fatto della loro trasmissione una maratona notturna che va in onda dall’1.30 alle 6.00 e il sabato da mezzanotte alle cinque. Un periodo di tempo che può sembrare lunghissimo, non tanto per chi parla ma soprattutto per chi è all’ascolto. Sono stati proprio gli ascoltatori del programma a promuovere il format che al primo anno di vita ha visto assegnatosi il premio Biagio Agnes. A ritirarlo sono stati proprio Arduini e Di Ciancio, in nove mesi i due sono riusciti a creare un cult che farà scuola in merito ai format radiofonici. Il protagonista è l’ascoltatore il quale è sempre al centro dell’attenzione, si può intervenire con messaggi vocali e telefonate allo storico 063131 che è entrato nell’immaginario quotidiano di chi segue con frequenza la trasmissione.
È altresì importante sottolineare come non era mai accaduto che il prestigioso premio fosse assegnato a una trasmissione alla sua prima edizione. Un successo quasi inaspettato per i due ma frutto delle esperienze fatte nelle radio minori, frutto dell’impegno che a volte contraddistingue chi parte dal basso. Gli eventi che hanno permesso al programma di essere eletto all’unanimità sono stati la gestione dei minuti successivi al terremoto di Catania dello scorso 6 ottobre. Occasione nella quale “I Lunatici” furono i primi a dare la notizia e a coinvolgere gli ascoltatori stessi per la ricostruzione degli eventi. Stesso discorso vale per la strage di Corinaldo, quel sabato notte riuscirono infatti a collegarsi telefonicamente con un padre che per miracolo riuscì ad estrarre il proprio figlio illeso da quella discoteca.
Questa è la dimostrazione lampante che il talento esiste, che se si vuole si possono fare le cose in grande anche partendo dal basso. Un plauso particolare va a quel servizio pubblico sempre criticato, questa volta la Rai ha creduto nel talento di questi due ragazzi e li ha valorizzati tirandone fuori una trasmissione che sta facendo e farà scuola.