“Siamo in tempo per cambiare le cose,ma ci dobbiamo ricordare che alla base della nostra esistenza non c’è la dimensione digitale,ma quella naturale […] Provate a smettere di respirare per 20 secondi…la sensazione di non avere più aria è la più brutta del mondo:se un domani non avessimo più alghe e piante che producono ossigeno,noi scompariremmo,tutto scomparirebbe”. Queste le parole di Marco Galaverni, Responsabile Specie e Habitat e Referente WWF YOUng, che nella mattinata di mercoledì 6 novembre è stato ospite del dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale della Sapienza.
Introdotto dalla prof.ssa Silvia Leonzi, presidente del corso, e accompagnata dalla prof.ssa Cristina Sofia, l’incontro ha avuto lo scopo di affrontare temi trasversali e fondamentali oggigiorno attraverso una convergenza tra le diverse cattedre dello stesso corso di studi, lavorando così in maniera integrata sul medesimo argomento: la sostenibilità ambientale e la partecipazione sociale.
Nella prima parte Marco Galaverni ha aperto il suo discorso mettendoci immediatamente al corrente del contesto ambientale in cui ci muoviamo oggi: una situazione sottovalutata e rischiosissima per ogni specie appartenente alla biodiversità, uomo compreso. “Viviamo in un SISTEMA CHIUSO perchè abbiamo un solo pianeta le cui risorse stanno man mano esaurendosi. I nostri stili di vita sono minacciati dal nostro modo di vivere”, ha affermato. Galaverni è poi passato ad un tema a lui molto a cuore: quello dell’IMPOLLINAZIONE: “Bisogna considerare che il genere umano dipende dall’azione di insetti che impollinano le piante, dalle quali poi l’uomo prende ogni macronutriente necessario… Il problema è che siamo proprio noi uomini che sterminiamo tali intere popolazioni di insetti attraverso composti chimici e che arriveremo ad estinguerci subito dopo di loro,non potendo più nutrirci .”
Parallelamente l’esponente del WWF ha posto l’attenzione sul problema dell’impollinazione e su quello riguardante la plastica, indubbiamente più dibattuto ai giorni nostri. Poi ha cercato di sensibilizzare gli studenti sulla forte influenza umana nei confronti dell’ambiente e su quanto questa sia sempre più incisiva negativamente,riportando l’esempio della Pianura Padana, luogo degli studi di Galaverni, nonché una delle zone del pianeta maggiormente inquinate, dove ogni anno decine di migliaia di persone muoiono a causa di malattie cardiovascolari legate all’inquinamento e allo stile di vita non sostenibile che conducono .
Il giovane esperto fa confluire tutto questo “disagio” nel tema della FELICITA’: i dati illustrati dimostrano che gli alti consumi non alimentano la felicità, anzi “la fanno diminuire poiché tolgono tempo a tutti gli aspetti della nostra vita che sono la vera base della felicità,come le relazioni sociali”, ha dichiarato Galaverni.
Non resta che chiederci:davvero stiamo andando nella direzione giusta. “La risposta è indubbiamente NO”, ha detto l’ospite, che a tal proposito ha illustrato la missione del WWF: costruire un mondo in cui uomo e natura possano sostenersi reciprocamente tenendo presente dei limiti del nostro pianeta, basandosi su valori quali passione e visione e cercando di anticipare i cambiamenti futuri e ,quindi, iniziando ad agire oggi ,soprattutto attraverso il dialogo e la comunicazione attiva.
La conferenza è proseguita poi con la visione di tre video riguardanti i concetti precedentemente illustrati e con l presentazione del il progetto “WWF YOUNG”, una community pensata per i giovani e autogestita da loro,che ha l’obiettivo di instaurare una rivoluzione nei comportamenti quotidiani dei ragazzi e di coinvolgerli all’azione, per mezzo di qualsiasi tipo di iniziativa,che sia virtuale ,tramite app,oppure pratica attraverso Workshop annuali,tour universitari,marce per il clima,micro campagne politiche e tanto altro.
La presenza del giovane interlocutore si è conclusa con l’illustrazione di un questionario che il WWF ha fatto svolgere a 200 ragazzi universitari per verificare il loro grado di conoscenza nell’ambito del GREEN JOB e della natura, al termine del quale si è compreso che la consapevolezza del problema ambientale odierno è molto elevata nei giovani,quasi universale, ma il loro livello di informazione ed anche la preoccupazione a riguardo è abbastanza minima, come minima è l’attivazione concreta da parte loro.
Successivamente Maria Antonietta Quadrelli, Responsabile Educazione del WWF Italia, ha introdotto la seconda parte della conferenza, attirando l’attenzione degli studenti con un’attività più pratica e laboratoriale, per mezzo di domande specifiche e di un raffronto riguardo le risposte personalmente date dai giovani interlocutori.
Qui le domande poste:
Subito dopo, Quadrelli si è soffermata sul tema dell’OUTDOOR: “Se non entrano in relazione con la natura, con il nostro ambiente, è molto difficile che le persone siano motivate a difenderlo”, ha affermato, riportando il preoccupante caso dei bambini di oggi che vivono in situazioni chiuse e in relazione esclusivamente col mondo virtuale,che vengono privati di autonomia e di contatto con l’esterno; si tratta della cosiddetta “generazione di imballati”, un fenomeno sempre più diffuso che sta aumentando nei giovani i rischi fisici,le competenze affettive, fino addirittura ad influenzare la conformazione fisica del loro cervello.
“Pensate a strategie,a strumenti di modalità rivolte agli adulti per attenuare questa loro eccessiva iperprotezione nei confronti dei loro figli,in modo da poter cambiare questo fattore culturale. [….] ma soprattutto,cercate di domandarvi se possa esserci un equilibrio tra la dimensione in cui essi vivono e la natura che li circonda…”, ha concluso la dottoressa Quadrelli.