Tante facce della stessa medaglia per un inno alla libertà creativa
Venerdì 13 gennaio esce “Cult” il nuovo disco di Alosi.
Il cantautore palermitano sconvolge il pubblico di Spotify presentando un lavoro quanto più eterogeneo possibile: un inno alla libertà creativa dove la musica d’autore incontra blues, reggae, rock classico e musica folk.
Il genio creativo è Pietro Alessandro Alosi, attivo artisticamente dal 2007 come autore, voce e chitarra del due Il Pan del Diavolo; con alle spalle 5 album e centinaia di concerti la band si guadagna l’attenzione di sound engineer stranieri come JD Foster per la proposta originale e la produzione non scontata di Fabio Rizzo. Dopo l’album di debutto “Sono all’osso”, il duo pubblica “Piombo, Polvere e Carbone” nel 2012 e “Folkrockaboom “ nel 2014.
Da qui inizia l’intensa attività live che porta Il Pan del Diavolo a scavalcare palchi conclamati non solo italiani, ma anche del Texas, di New York, di Londra, di Amsterdam e di Bruxelles.
Il 2015 vede Alosi impegnato nell’attività di produttore artistico e coautore di importanti nomi del panorama indipendente come Motta e i Tre Allegri Ragazzi Morti.
Nel 2018 invece, da vita al suo progetto solista con il nome d’arte di Alosi: pubblica “1985”, un album ottimamente accolto dalla critica e dal vivo opening act del tour solista di Piero Pelù. Ora, ai primordi del nuovo anno e dopo l’anticipazione del singolo Blues animale, esce il secondo album del cantautore palermitano.
Con Cult ci si trova di fronte a un’opera complessa e stratificata, ad un pungo di canzoni con le facce tanto diverse da apparire tutte slegate dal contesto del disco. Ma è proprio qui che si cela la potenzialità del lavoro di Alosi: ogni traccia svela una prospettiva differente sul musicista, che si presta tanto al racconto tipico del rock d’autore quanto a sonorità che si muovono dal counry al grunge.
Le collaborazioni sono le più disparate: dal reggae di Stevie Culture, con cui realizza Downtown – un brano che permette l’incontro tra i ritmi ben scanditi della batteria e i delay della chitarra elettrica, in un sottofondo di fiati e pianoforte ragtime che scandiscono l’intensità fino a farle raggiunge un picco massimo che poi termina all’improvviso – al blues elettrico con Adriano Viterbini nella canzone d’esordio “Blues animale” – dove si incontrano distorsioni fuzz, musica western, chitarre blues e altri elementi che danno vita a una scena eterogenea, non comune tra i brani presenti nello stesso album – fino al cantautorato più classico con Massaroni Pianoforti nella canzone “Fuori programma”.
Un lavoro impegnato, quello di Alosi al principio del 2023, per cui vale di certo la pena di investire un ascolto.