Il 9 novembre, durante il corso di Comunicazione Umanitaria, del Rischio e dell’Emergenza del professor Andrea Carase, si è tenuta la presentazione del libro “Comunicare ambiente e salute” curato da Liliana Cori, Fabrizio Bianchi, Simona Re e Luca Carra.
Il volume è stato suddiviso in 16 capitoli ed organizzato in 3 parti e contiene interventi di 25 autori, tra cui epidemiologi, biologi, antropologi e comunicatori.
Una delle tematiche affrontate nel libro è il rapporto tra rischio e salute. Il rischio non è uguale per tutti e diventa argomento di discussione. La risk governance cerca di trovare un modo per ridurre le conseguenze dei rischi, allargando il campo a politici, a imprese, a cittadini ed esperti.
Un altro argomento trattato è quello della pandemia. In questa situazione, si modifica il modo di comunicare e i temi comunicazione, salute e ambiente si sovrappongono. Con la pandemia abbiamo compreso l’importanza della cittadinanza scientifica, ovvero l’assunzione delle informazioni da parte dei cittadini per essere attori partecipanti. I cittadini si possono muovere per interesse proprio, ma anche per effettuare ricerche riguardo le situazioni ambientali drastiche, effetuare analisi di cibi, acqua, ambiente e animali. Queste ricerche a volte portano a contestazioni, come avvenne nel 2004 in Campania. Questa protesta, provocò il blocco dell’autostrada A2 Salerno-Reggio Calabria, come opposizione per la costruzione di una discarica. A sostegno delle proteste, fu scritto nel 2004 un Reportage che parlava del “Triangolo della morte italiano” ovvero, la vasta area della provincia di Napoli compresa tra il Comune di Acerra, Nola e Marigliano. In questo Reportage, fu sottolineato come l’indice di mortalità per tumore al fegato nel “triangolo”, era superiore alla media nazionale. Problematiche di questo genere, devono essere comunicate al pubblico, ma nel giusto modo e con i giusti strumenti. Per questo motivo, i cittadini hanno bisogno della governance, che li informi di quello che avviene.
La comunicazione e l’informazione sono importanti ai fini di prevenire il rischio, ma possono anche tendere a produrre paura. L’obiettivo quindi, è quello di utilizzare concetti semplici e di dare consigli utili per informare i cittadini sui rischi ma senza provocare terrore. Cultura scientifica e cittadinanza scientifica dovrebbero quindi aumentare ed essere stimolate. Da dove possiamo partire per fare tutto ciò? Il nostro futuro sono i giovani e allora, quale miglior luogo se non le scuole? Attraverso l’informazione e la formazione i ragazzi possono essere stimolati. Il futuro è nelle nostre mani ma, anche in quelle delle future generazioni.