Ospite di Alice nella città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata ai giovani, Andrea Bocelli ha tenuto una Masterclass che ha saputo ispirare il pubblico presente. Bocelli ha offerto non solo una lezione di musica, ma anche di vita in un luogo veramente suggestivo ed evocativo come la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, condividendo aneddoti, esperienze e consigli preziosi per i suoi giovani ascoltatori.
Tra riflessioni sul successo e sulla famiglia, sull’importanza dello studio e sulla forza della passione, il tenore, insieme a sua moglie Veronica Berti, ha guidato i presenti in sala in un viaggio attraverso i racconti della sua vita e della sua magnifica carriera ricordando come il talento non basta da solo ma deve essere accompagnato sempre da studio, dedizione e voglia di imparare.
La masterclass è stata un’occasione di incontro tra generazioni e una lezione importante non solo dal punto di vista dell’ispirazione artistica che può suscitare nelle giovani menti un personaggio del suo calibro e della sua fama ma anche perché sono stati trattati temi molto interessanti come la dimensione familiare e pubblica ma anche argomenti più “pratici” come la gestione della carriera. Bocelli ha sottolineato l’importanza del supporto della sua famiglia nell’arco di tutta la sua carriera, mentre sua moglie Veronica ha accennato alla “doppia faccia della medaglia” nel vivere una vita pubblica e privata all’interno di una famiglia molto esposta, nella quale ogni membro di essa rappresenta nel bene e nel male tutta la famiglia anche quando non c’è un’occasione “ufficiale”.
Il tenore ha poi raccontato come il suo successo, arrivato a 36 anni con la vittoria tra le “Nuove Proposte” a Sanremo, non sia giunto troppo presto. Infatti secondo lui tutto arriva nel momento giusto nella vita e ottenere il successo troppo presto potrebbe rivelarsi un rischio, in quanto “a 18 anni non montarsi la testa diventa un’impresa ardua”.
Bocelli ha poi paragonato il lavoro di un cantante a quello di un atleta, sottolineando come anche nella musica al pari dello sport, la costanza e la disciplina nello studio siano fondamentali per raggiungere gli obiettivi. Parlando degli sforzi e dei sacrifici che a volte possono risultare proibitivi, ha citato un pensiero di Pitagora per il quale se si prendono buone abitudini col tempo diventano piacevoli e naturali.
Tra gli aneddoti più significativi riguardo ai suoi incontri illustri ha menzionato la collaborazione con Ed Sheeran in particolare quando il cantante inglese ha preso un aereo per convincerlo a registrare la sua parte della cover del brano “Perfect“ in uno stile più lirico invece che pop, che sentiva più adatto alla sua visione. Mentre un altro degli incontri degni di nota è stato quello con Muhammad Ali, che lo ha profondamente emozionato quando gli ha chiesto di cantare per la sua famiglia commossa e riunita intorno al tenore, dicendo “Sing for me”. Bocelli ha condiviso il ricordo con commozione, dimostrando quanto la musica possa creare connessioni profonde e inaspettate.
Bocelli ha parlato del suo album “Duets“, in uscita il 25 ottobre 2024, che comprende delle collaborazioni con straordinari artisti di fama internazionale ma anche del film-concerto diretto da Sam Wrench Andrea Bocelli 30: The Celebration, presentato in anteprima mondiale all’Auditorium della Conciliazione proprio ad Alice nella città.
Infine il maestro ha parlato della sua fondazione e di come, per lui, “da soli si può molto ma insieme si può molto di più”. La Fondazione Bocelli, nata per “restituire qualcosa” nel 2011, si è adoperata fin dalla sua creazione per aiutare le persone più in difficoltà soprattutto economiche ed abitative come quando, in seguito al terribile terremoto di Haiti, ha contribuito a combattere la fame e la povertà in un paese distrutto e successivamente ha contribuito a ricostruire le scuole distrutte dal terremoto in Italia, dimostrando un impegno concreto nella solidarietà verso il prossimo.
La passione per la musica, la dedizione e l’importanza di non smettere mai di sognare e di studiare sono insegnamenti importanti da conservare e avere sempre in mente, ma il consiglio più prezioso emerso dalla lezione di Bocelli riguarda l’importanza di “alimentare i propri sogni con una fame di sapere che non deve mai esaurirsi”.
Articolo a cura di Paolo Santoro
Andrea Bocelli, l’antidivo
30 anni di carriera, oltre 70milioni di Dischi venduti, incontri ravvicinati con capi di stato, personaggi pop, papi… “Il Papa cambia ma Bocelli resta”.
Dai numeri proiettati prima dell’entrata degli ospiti sul palco della Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica ci si potrebbe aspettare sul palco una rockstar, invece ci sono Andrea Bocelli e la moglie Veronica Berti, che condisce con aneddoti e curiosità le parole pacate e quasi timide del marito. Una carriera che nonostante le capacità straordinarie del cantante toscano, si prende i suoi tempi, esordendo dopo i 30 anni, cosa che lo ha aiutato a tenere sempre i piedi per terra nonostante l’impressionante successo. E la cosa che colpisce dall’incontro di domenica 20 ottobre 2024 è proprio questa semplicità che sembra contraddistinguerlo in ogni suo aspetto. E una passione sconfinata per la musica. Musica che ha studiato e che serve studiare per poi sporcarsi le mani, come consiglia ai molti ragazzi presenti in platea, di cui molti presenti grazie alle attività con le scuole di Alice nella Città.
Le domande sul lavoro, sui personaggi incontrati e sulle sue esperienze vengono automaticamente e istintivamente tradotte nella mente di Bocelli in domande sulla musica. Quando gli si chiede genericamente se sia più importante studiare o lavorare, Bocelli risponde rimanendo in ambito musicale. Quando gli si chiede tra i tanti grandi del mondo quale sia quello che ancora vorrebbe incontrare Bocelli risponde con un elenco di musicisti e artisti con cui ha condiviso o avrebbe voluto condividere il palco, citando in particolare Maria Callas. Non ha neanche pensato ai presidenti, agli attori, ai papi, a tutti quei personaggi impressionanti che ha incontrato in 30 anni di carriera. Non ha pensato ad un Papa, ad un politico, o a figure pop, ma ha risposto subito pensando alla musica. Solo quando richiamato sul tema e con la spinta della moglie Bocelli si sbottona citando l’incontro con Muhammad Ali, durante il quale tenore italiano si è commosso di fronte alla figura del leggendario pugile americano.
Ignaro delle tempistiche di marketing, timoroso nel disturbare artisti con cui collaborare, Bocelli ha sempre lavorato e continua a lavorare al di là del successo, guidato principalmente dalla passione. Una passione che fuoriesce genuinamente dai suoi discorsi, assieme alla tranquillità e la pacatezza di una vita che alterna momenti frenetici tra concerti da una parte all’altra del mondo, alla vita familiare nella sua Italia, nella sua Toscana, nella sua Forte dei Marmi. In cui si sente fortunato, molto fortunato e fortunatissimo di vivere.
Articolo a cura di Mario Monopoli