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Migrazioni: cambiare la fine. Senza confini Antigone non muore

      Intervista ad Ilaria Drago

Se aveste il coraggio di dire che la mia non è stata disobbedienza, ma il gesto preciso e degno e netto dell’Amore, della pietà, della compassione. Se non vi convenisse l’omertà barbara, il grido più acuto e superbo dell’ipocrisia, se non aveste paura di perdere le cose sciatte che avete intorno, il lusso lurido dell’indifferenza, se aveste il coraggio dell’accoglienza, se aveste il coraggio di dire che da oggi l’obbedienza non è più una virtù, alzereste con me avamposti d’amore! [Antigone]

Cosa succede nel chiuso della grotta dove Antigone è stata sepolta viva da Creonte, punita per aver disobbedito all’editto che le vietava di onorare il corpo del defunto fratello Polinice e in attesa di una morte orribile? Quali fantasmi, paure, visioni si alternano nel buio inesorabile e umido di una caverna-carcere, in questo limbo fatale fra la vita e la morte?

È all’interno di questo spazio virtuale, in questo spiraglio di non-racconto (l’Antigone di Sofocle verrà infatti incarcerata e la ritroveremo morta alla fine della tragedia) che si inserisce il lavoro della Compagnia Ilaria Drago: nella cupa terra di mezzo fra esistenza e trapasso, un’Antigone visionaria e potente parlerà di dignità umane negate, di tutti quegli infelici (di cui Polinice si fa emblema) che il potere di una politica indifferente, ostinata e cieca riduce a meri numeri di una statistica, tenuti in scacco da un’economia che consuma e svilisce la vita ammantandola di paura. Il potere non radicato nella sapienza diventa così ignorante e fine a se stesso: un asino, un essere grottesco e mostruoso, «il brutto che appesta ogni angolo di casa!».

Italia, Francia, Repubblica Ceca: cinque artisti dell’Unione Europea si uniscono per dare voce a chi non ce l’ha. Uno spettacolo che parla di diritti umani in senso ampio, quelli che oggi sentiamo sempre più a rischio: di chi sta ai margini della società, di chi muore in mare o viene rimpatriato, di chi vive per strada, dei torturati, dei carcerati, delle donne abusate, di chi non riceve degna sepoltura…

Il coraggio e la fierezza dell’etica disobbedienza di Antigone, incarnati dal ferro duro e sobrio dell’opera maestosa e potente di Mikulàš Rachlìk, e il linguaggio poetico di Ilaria Drago – la cui voce è strumento essenziale che vibra attraverso i quadri ricreati dai disegni-luce di Max Mugnai – si amalgamano così attraverso la partitura gestuale sviluppata grazie al prezioso contributo di Claude Coldy. Nel progetto scenico multidisciplinare realizzato su questa imponente costruzione in ferro parzialmente mobile e capace di accogliere al suo interno l’azione scenica, il coreografo accompagna il movimento degli attori mettendo i principi della Danza Sensibile® a servizio della creazione della storia di Antigone e dedicandosi all’ideazione delle scene visionarie realizzate fianco a fianco con la regista. Questo straordinario connubio vive nelle musiche fatte di corde, ferro e voci concepite da Stefano Scatozza proprio a partire dai suoni prodotti dalla struttura scenica stessa.

Antigone solleva una domanda: è davvero così che deve andare la Storia? È realmente l’unica

mappa possibile quella che ci prospettano, per cui la sola risposta che abbiamo è l’odio? O potremmo coltivare uno sguardo differente, avere una parola e un gesto diversi che come humus abbiano l’accoglienza, l’interazione, la relazione e provare a rompere i confini? Antigone non accetta questo unico mondo possibile in nome del sentimento più alto che si possa provare: l’Amore.

Biografie

Ilaria Drago. Attrice, regista, autrice pluripremiata dell’omonima Compagnia in attività dal 1995. Il suo linguaggio scenico – una sinergia fra parola, gesto e musica – è visionario e poetico, sempre attento alle tematiche sociali. È stata allieva di Perla Peragallo e ha fatto parte della Compagnia di Leo De Berardinis. Ha studiato ricerca vocale con la cantante Rosanna Rossoni, Kaya Anderson e i docenti del Centre International Roy Hart in Francia. Si è formata in Danza Sensibile® con Claude Coldy. Ha collaborato come performer con alcuni tra i più grandi letterati e musicisti contemporanei italiani fra cui Nanni Balestrini, Lello Voce, Rosaria Lo Russo, Paolo Fresu, Luigi Cinque in scena con Moni Ovadia, Jivan Gasparian, Raiz, Balanescu. Ha pubblicato il romanzo Dalla pelle al cielo (Avagliano Editore), le raccolte di teatro Estasìe (Editoria&Spettacolo) e Di polvere e di resurrezioni (Nemapress), i libri di poesia L’inquietudine della bestia (Nemapress) e Ubicazione ignota (Fedelo’s).

Mikulàš Rachlìk. Artista apprezzato dalla critica internazionale, si afferma negli anni ’70 coniugando nella sua produzione l’originaria formazione mitteleuropea con la tradizione mediterranea. Collabora come scenografo e costumista con il regista Franco Enriquez. Intrattiene un rapporto privilegiato con la Galleria olandese Husstege. Le sue opere sono ospitate presso: Art Museum (Prato), Ceske Museum (Praga), Galleria degli Uffizi (Firenze), Museo Bargellini (Ferrara), Museo di Arte Contemporanea (Stia), Kunst Haus (Zurigo).

Claude Coldy. Danzatore-coreografo, si forma a Parigi in danza contemporanea, classica e jazz e in seguito come attore. Vanta un’esperienza professionale variegata in ambito teatrale, televisivo, cinematografico e partecipa a numerosi festival di danza a livello internazionale. Dal 1982 si dedica alla coreografia e all’insegnamento fondando la Compagnia Arbalete di Genova, con la quale si esibisce in tutta Europa. Nel 1990 crea la Danza Sensibile® con Jean Louis e Marie Dupuy (osteopati francesi), dedicandosi all’insegnamento e alla diffusione itinerante di questa disciplina attraverso seminari e formando nuove generazioni di insegnanti.

Stefano Scatozza. Chitarrista, compositore, arrangiatore è nato e vive a Roma. Con il gruppo Acustimantico – fondato nel 1998 – ha all’attivo sei cd pubblicati, tanti concerti in Italia e all’estero nonché alcuni prestigiosi premi vinti. Dal 2009 al 2016 ha diretto l’Orchestra del 41° parallelo. Collabora con diversi artisti come compositore e arrangiatore ed è docente presso numerosi conservatori italiani in Armonia e Arrangiamento e Chitarra.

Max Mugnai. Inizia a lavorare come tecnico luci in ambito teatrale nel 1991 presso il Teatro di via Speroni (Roma). È co-fondatore insieme a Roberto Latini e Gianluca Misiti della Compagnia Fortebraccio Teatro, per la quale è direttore tecnico e light designer. Ha collaborato con la compagnia di Leo de Berardinis (Lear Opera, Totò Principe di Danimarca, Come una rivista, Past Eve and Adam’s) dal 1998 al 2001 e con diverse compagnie di teatro e danza del panorama italiano tra cui Le Belle Bandiere, Diablogues, Sistemi dinamici altamente instabili, Marco Manchisi, Farneto Teatro. Dal 1995 prende parte alle produzioni della Compagnia Ilaria Drago.

(intervista a cura di Andrea Celesti ed Enrico Salvi)

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