“Architettura come teatro” è il titolo dell’evento in programma mercoledì 10 aprile alle ore 14.30 presso la Casa dell’Architettura di Piazza Manfredo Franti. L’idea di questa iniziativa rientra nel progetto “Ascoltare l’architettura: La bellezza racconta” ed è promossa dall’Ordine degli Architetti di Roma (Oar) e dalla Casa dell’Architettura. Il progetto prevede una serie di conferenze in cui interverranno studiosi e architetti confrontandosi nei vari periodi storici: l’obiettivo è quello di comunicare questa disciplina e raccontarne l’importanza nel dibattito socio-culturale e per comprendere il significato del costruire nel suo divenire storico.
Il coordinatore scientifico, il professore d’Architettura Luca Rubichini, presidente Commissione Cultura Casa dell’Architettura, con la collaborazione di Claudio Strinati e di Luca Bergamo, Vicesindaco e Assessore alla Cultura Roma Capitale, ha dato la possibilità a questo progetto di narrare la sua lunga storia; nelle pagine storiche infatti già alla metà del Cinquecento il trattatello di Giulio Camillo Delminio sul Teatro della Memoria costituisce un illuminante riferimento all’architettura mentale e a quella costruita. Giulio Camillo Delminio lo ricordiamo anche come fonte di ispirazione per il Palladio nel suo progetto del Teatro Olimpico di Vicenza, in cui lo spazio teatrale racchiude il concetto di città del sapere e della memoria.
Sarà proprio Luca Rubichini ad introdurre l’evento alle ore 15; alle ore 15,40 ci sarà la “Lectio Magistralis” di Claudio Strinati, dopo la quale l’evento si concluderà poi con il dibattito. La promozione dell’iniziativa è a cura dell’OAR, l’Ordine degli architetti di Roma, che vuole incrementare l’aspetto artistico-culturale nell’ambito teatrale e ibridare la dicotomia artistico-sociale nell’intento di arrivare al pubblico che seguirà l’evento.
Nel confrontarsi i protagonisti e gli insegnanti della materia potranno entrare in contatto con il pubblico coinvolgendolo in questa importante disciplina artistica che da tempo tende a essere dimenticata.