Giovedì 18 e venerdì 19 novembre 2021, presso la sede della Facoltà di Architettura in via Antonio Gramsci, a Roma, si è tenuta la Conferenza sulla Didattica della Facoltà di Architettura.
La prima giornata si è aperta con i saluti dei direttori di Dipartimento e con l’intervento del preside Orazio Carpenzano, nel corso della giornata è stato illustrato lo stato dell’arte della Facoltà di Architettura, dando voce ai relatori che hanno illustrato il punto di partenza della riflessione.
La Conferenza rappresenta il primo appuntamento di un dialogo aperto che mira a coinvolgere l’intera comunità accademica con l’obiettivo di aggiornare l’insegnamento delle discipline che concorrono a definire la figura del Progettista, per affrontare le sfide e i cambiamenti futuri che impongono alla ricerca e agli ambienti preposti alla formazione e all’apprendimento di ripensare il mondo in cui viviamo.
Il dibattito si è aperto con una riflessione della Prof.ssa Tiziana Pascucci, la quale ha evidenziato gli ostacoli ancora presenti nel sistema formativo italiano e nel percorso scolastico degli studenti.
L’Italia, secondo i dati Eurostat, resta il fanalino di coda tra i Paesi Europei, ma come diceva W. Churchill: “Il pessimista vede difficoltà in ogni opportunità. L’ottimista vede un’opportunità in ogni difficoltà”.
In un mondo del lavoro che cambia sempre più velocemente, si calcola che tra soli due anni un quarto dei lavoratori svolgerà mansioni che ancora non esistono e nasceranno nuove professioni che potremmo definire “fluide”, in quanto destinate a trasformarsi nel tempo.
Se vogliamo che ciò si traduca in nuove opportunità occupazionali per i più giovani, è necessario innovare tutto il sistema della formazione. Le scuole secondarie superiori hanno bisogno di orientamento già dal terzo anno, c’è l’esigenza di incrementare lo sviluppo di specifiche competenze, di preparare al meglio ogni studente, costruire un bagaglio di conoscenze e competenze propedeutico al percorso universitario.
La riflessione del dottor Maurizio Tarquini (di cui parlo più dettagliatamente nel podcast in allegato) ha evidenziato la rilevanza sociale della professione: l’architetto non solo disegna e progetta, ma è responsabile dello spazio in cui viviamo. Se viviamo in spazi belli e funzionali non è un caso, quella bellezza e quella funzionalità lasciano trapelare uno studio, un lavoro creativo, sottendono senza dubbio la mano di un architetto esperto che ha valorizzato e reso vivibile ogni angolo, nulla lasciando al caso.
Nell’ultimo decennio il ruolo dell’architetto ha subito una progressiva dequalificazione, la complessità delle norme vigenti e la burocrazia rappresentano deterrenti molto forti, al punto da far desistere anche professionisti capaci e motivati dal presentare progetti, anche se innovativi e meritevoli di attenzione.
Per Roma, in questo momento si aprono tre opportunità: i progetti del PNRR, il Giubileo e i mondiali di golf del 2025. Anche l’Expo 2030 potrebbe rappresentare una grande opportunità, ma Roma dovrà concorrere con altre 5 prima di potersi assicurare il primato sull’Expo.
Il Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti Francesco Miceli, ha evidenziato quanto sia necessario delineare con precisione la figura dell’architetto di domani, perché viviamo in una fase di continui e repentini cambiamenti che generano confusione. È quanto mai necessario un confronto per cercare una soluzione condivisa al problema. In passato l’architettura era una professione di grande rilevanza sociale, che aveva le sue fondamenta nello studio delle prospettive e delle opere dei grandi Architetti che hanno contribuito alla edificazione del pensiero moderno.
Oggi la figura dell’architetto è indispensabile nella progettazione ed esecuzione di città più a misura d’uomo, che stanno cambiando e devono contribuire alla transizione ecologica del nostro paese, richiede una continua formazione, come per ogni altra professione. Solo attraverso la cooperazione e la collaborazione, attingendo a tutte le risorse umane e le specifiche competenze professionali, si potrà contribuire al progresso sociale e promuovere il bene comune.