Sarà un’ estate entusiasmante quella romana, poiché sarà ricca di eventi, cinema all’aperto e tante occasioni di dibattito. Tra le occasioni di attraversamenti multipli rientra il festival inter-artistico a Parco di Torre del fiscale, che si terrà dal 29 Giugno sino all’8 Luglio.
Il tema di questa edizione è il rapporto, da esplorare, tra le arti performative e lo spazio urbano e metropolitano, ossia lo spazio usitato in cui trascorriamo le nostre vite, da guardare con un occhio più green e sostenibile.
Ad accompagnare l’intero festival sarà la parola fragile, giacché con essa si vuole richiamare la delicatezza e la cura. Una fragilità che è simbolo del nostro mondo, in quanto devastato da una crisi climatica sempre più visibile, del nostro tempo, precario e confuso e a sua volta rappresentativa dei suoi protagonisti, poiché siamo esseri sempre più chiusi nel nostro orizzonte.
” La fragilità la decliniamo come un sintomo vitale, una chiave di lettura del reale, una postura decentrata da cui partire per costruire traiettorie resilienti e inaspettate capaci di includere e accogliere le pluralità, capaci di delineare un pianeta sostenibile e vivibile per tutt*: animali, piante, esseri umani, culture, arti”.
Per questa occasione saranno coinvolte 21 compagnie di artisti, emergenti e non, internazionali e nazionali. L’ambiente sarà impreziosito da site specific in interazione con esso. Inoltre, sarà possibile assistere a performance artistiche multi-disciplinari che abbatteranno il limite consueto tra i performer e il loro pubblico.
Ogni giornata è pensata come il risultato dell’intreccio non simmetrico di più traiettorie come la multi/crossdisciplinarietà e i formati multiformi, azioni artistiche con formati particolari e site specific in interazione con la natura urbana, creatività emergenti in dialogo con i paesaggi e in azione sulle linee di confine tra diversi linguaggi artistici.
Sarà possibile prendere parte anche a diversi laboratori: il laboratorio di Visione interculturale ( a cura di Luca Lontano), il laboratorio di danza e teatro fisico nei paesaggi naturali ( a cura di Carlo Massari) e il laboratorio di danza “Linguaggio Modem” ( progettato da Roberto Zappalà e tenuto da Filippo Domini)