Dal 24 maggio al 4 settembre, il Museo Fondazione Roma a Palazzo Cipolla (Via del Corso) ospiterà War, Capitalism & Liberty, la più grande mostra mai realizzata (centocinquanta opere) su Banksy, lo street-artist britannico di cui nessuno conosce la vera identità. Banksy è una contraddizione vivente, una persona reale che continua a vivere nell’anonimato, che fa arte illegale ma che allo stesso tempo vende le sue opere a prezzi da capogiro attraverso un sistema online chiamato “Pest control”.
La mostra, curata da Stefano Antonelli e Francesca Mezzano, fondatori di 999Contemporary, e da Acoris Andipa, della Andipa Gallery di Londra (il museo di riferimento di Banksy stesso), verterà proprio sui tre concetti che le danno il titolo: guerra, capitalismo e libertà. Tre aree tematiche e “un grande spazio educativo pensato per le visite scolastiche e uno, più piccolo, dedicato agli adulti” (fonte: Repubblica).
Il Museo, che offre una collezione permanente formata da “un originale excursus di opere che abbracciano un periodo storico-artistico molto ampio, dal 1400 ad oggi” (tra i quali ricordiamo l’Imago Pietatis di Piermatteo D’Amelia, 1480, e la Pietà di Marcello Venusti, del XVI secolo), è stato, fin dal 1999, attivo nella collaborazione con i più presitigosi poli museali di tutto il globo, tra cui il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid e il Whitney Museum of American Art di New York.
La collezione di Banksy rappresenta un’occasione sia per il Museo Fondazione Roma, che per la prima volta ospita la street-art, che per i cittadini romani che non conoscono questo mondo, al quale potranno avvicinarsi attraverso le 150 opere del misterioso writer di Bristol, nessuna strappata dai muri (la sua “tela “preferita), ma tutte provenienti da collezioni private. La mostra sarà divisa in tre aree tematiche (guerra, capitalismo e libertà) e al suo interno sarà previsto un grande spazio educativo pensato per le visite scolastiche e uno, più piccolo, dedicato agli adulti.
Giulia Ledda