Il biologico è soprattutto ‘un affare di famiglia’: a sceglierlo sono in primo luogo i nuclei dove ci sono bambini o le coppie con un grado di maturità e scolarizzazione elevato. È a loro che si deve la gran parte della crescita del consumo biologico in Italia, raddoppiato negli anni 2000. Ad essere meno attenti a quel che mangiano sono invece – in media – i giovani e i giovanissimi. Allo stesso tempo, una buona parte di questa generazione si è apertamente schierata per la difesa della natura, del clima, della Terra nel suo insieme. Tanto che, per la prima volta nel settembre di quest’anno, il summit mondiale sul clima sarà preceduto da una sessione tutta dedicata ai giovani e al loro futuro, “Youth4Climate2021: Driving Ambitions”, che avrà luogo nel nostro Paese alla fine del prossimo settembre.
Ma le prese di posizione non bastano: il clima si protegge anche a partire dagli stili di vita, a cominciare dalle scelte alimentari. “Crediamo che il miglior punto di partenza per coinvolgere attivamente i giovani in scelte climate friendly sia l’agricoltura biologica, in quanto rispettosa dell’ambiente e funzionale alla lotta contro i cambiamenti climatici, perché incide direttamente sulla riduzione della CO2”, dice Fausto Jori, Amministratore delegato di NaturaSì, la più grande realtà del biologico e biodinamico in Italia. “Accorciare la distanza tra i più giovani e il biologico non è solo un obiettivo commerciale. Per noi significa investire sul futuro del Pianeta, che è il tema su cui maggiormente ci siamo concentrati negli ultimi anni attraverso la progressiva eliminazione della plastica usa e getta, la riduzione degli imballaggi, la lotta allo spreco alimentare sui campi, la difesa della biodiversità e della fertilità dei suoli nelle nostre aziende agricole”. Di fatto, secondo una survey realizzata dal Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova in collaborazione con NaturaSì, emerge che il 75% dei giovani intervistati si dichiara disponibile a pagare di più per acquistare un cibo sano e il 56% cita specificamente il biologico.
Per questo NaturaSì ha lanciato uno specifico progetto formativo ed economico destinato ai Millennials e alla Generazione Z. Costruire un progetto per i giovani significa pensarlo con i giovani: lo scorso anno, quindi, è nato il gruppo “Laboratorio 2050”, costituito insieme ad altri coetanei dipendenti di NaturaSì da Debora Capraro, che ha cominciato a lavorare 7 anni fa in uno dei punti vendita di Belluno. Il team giovani hai ideato e realizzato – anche grazie a quattro webinar pubblici e alla discussione che ne è seguita – un Manifesto in base al quale progettare le iniziative future, una carta di intenti che punta su un’economia sostenibile dove tutto è interconnesso, dove ogni azione ha una conseguenza sulla vita degli altri, oltre che sull’intero Pianeta. E dove l’individuo è consapevole che può scegliere quale modello di sviluppo sostenere. Quello proposto dal Laboratorio 2050 si basa su capitoli chiave come tutela dei semi, connessione tra uomo, terra e natura, alimentazione ma anche su vere e proprie indicazioni operative: ad esempio cosa si intende per moda sostenibile, come può essere organizzata una scuola che promuova la consapevolezza ecologica, quale formazione è necessaria per fare il salto verso un’economia che scelga la strada della decarbonizzazione.
Laboratorio 2050 di NaturaSì ha avviato alcuni progetti per dare gambe a un cambiamento orientato ai bisogni delle giovani generazioni. A gennaio è partito il bando di crowdfunding, lanciato sulla piattaforma Produzioni dal Basso, per selezionare progetti relativi ai punti cardine del “Manifesto Giovani”: economia, ambiente, educazione ed agricoltura. Il bando è rivolto a tutte le associazioni di volontariato, realtà private ed enti del terzo settore che presenteranno iniziative rivolte alla collettività e all’ambiente.
In collaborazione con Next Nuova Economia Per Tutti, sono partiti da ottobre quattro percorsi laboratoriali di Economia Civile, che coinvolgono alcuni istituti superiori di diverse regioni: Veneto, Campania e Puglia. Nel primo anno gli studenti vengono messi in contatto diretto con le criticità dell’attività svolta dagli agricoltori biologici nel loro territorio; nel secondo, lavoreranno in rapporto diretto con i punti vendita NaturaSì, con le loro dinamiche lavorative, di risorse umane e di comunicazione. Per finire, nel terzo anno, gli studenti verranno indirizzati e aiutati nella creazione di una vera e propria startup, basata su quanto appreso.
Per far conoscere meglio i valori e gli obiettivi del biologico, inoltre, è stato selezionato un team di giovani innovatori nell’ambito di un progetto di open innovation, organizzato da Ciheam Bari con il supporto di Università di Bari e Almacube di Bologna. Il team ha ideato il prototipo di un quiz educativo ed interattivo online, incentrato su agricoltura, biodinamica e valori dell’azienda. Un “Trivial Pursuit della sostenibilità” con tanto di premio finale a sorpresa, il cui sviluppo sarà finanziato da NaturaSì.
“È la prima volta che la nostra azienda si apre così al mondo dei giovani e se questo è possibile è grazie alla collaborazione con le tante realtà coinvolte sul territorio. Abbiamo trovato una grande risposta positiva in ognuno, crediamo che non ci sia miglior modo di disegnare il futuro se non coinvolgendo chi di quel futuro è e vuole essere parte attiva”, conclude l’Ad di NaturaSì.
(Intervista a cura di Maria Concetta Lammardo)