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Una città virtuale da 502 milioni di dollari

Se vi dicessero che la città virtuale oltre che a intrattenere i ragazzi a giocare davanti uno schermo potrebbe anche salvare le metropoli in situazioni di panico?

In che modo? Simulando, come nei videogame, catastrofi di varia natura in città virtuali abitate da esseri digitali. Ingorghi, alluvioni, terrorismo: queste sono solo alcune delle crisi di una città fittizia simulate al computer da Herman Narula.

Laureatosi in informatica a Cambridge, ha fondato Improbable insieme al compagno di studi Rob Whitehead nel 2012. Lo scopo, all’epoca, era riprodurre ambienti virtuali più soddisfacenti di quelli dei giochi. E così è nata la piattaforma SpatialOS, specializzata nel calcolare in tempo reale milioni di interazioni tra personaggi, oggetti e ambienti distribuita su migliaia di computer nel cloud.

Subito dopo hanno capito, però, che c’era la necessità di sistemi utili per simulare, in modo attendibile, le nostre realtà complesse. Il progetto su cui stanno lavorando oggi è capire cosa succederà in una città a livello di servizi, spostamenti, benessere, produttività. Tramite la loro spin-off Immense Simulations, finanziata dal governo britannico, stanno studiando anche cosa succederà ai parcheggi nel futuro, come si muoveranno cittadini ma soprattutto se lo faranno più o meno di prima.
“Abbiamo già ricostruito Cambridge: ognuno dei nostri 120.000 abitanti virtuali ha un telefono cellulare con la sua Sim card, e può interagire con gli altri e con l’infrastruttura urbana”. Inoltre lo startupper ha aggiunto che ogni cittadino può andare a lavoro, muoversi liberamente per la città, incappare in un ingorgo ma si può anche combinare il modello del traffico urbano con quello della telefonia mobile, per studiare soluzioni che impediscano un sovraccarico della rete quando gli utenti, bloccati nel traffico, usano tutti insieme il cellulare.

Sono esseri umani-digitali che abitano un modello virtuale prezioso per elaborare scenari e aiutare sindaci, autorità e architetti a migliorare le città. I cittadini computerizzati subiscono tutto ciò che nella realtà è meglio evitare, prevenire o gestire in massima sicurezza. E grazie a questi modelli di città virtuale che, Narula è lo startupper più finanziato d’Europa con 502 milioni di dollari ricevuti dal gruppo giapponese SoftBank. Oggi la sua Improbable Worlds, con 200 dipendenti, è valutata un miliardo di dollari. Questo vuol dire che c’è davvero chi crede che le simulazioni di Narula possano risolvere problemi cruciali per le città del futuro.

Doriana Castellitto