Close è il secondo film del regista belga Lukas Dhont sulla fase della vita che va dalla fanciullezza all’adolescenza. Presentato per la prima volta alla 75 edizione del festival di Cannes ha vinto il premio Grand prix speciale della giuria, successivamente candidato ad altri numerosi premi come miglior film internazionale agli Oscar, ai Golden globe e ad altri numerosi festival. Inoltre, ha vinto come miglio film straniero al National Board Review Award.
Molto apprezzato dalla critica cinematografica soprattutto per il modo semplice e toccante con la quale è riuscito a trattare la fase della vita due ragazzi dall’età dell’infanzia alla prima fase dell’adolescenza, portando molto a riflettere sul cambiamento dei rapporti soprattutto quello dell’amicizia dal modo in cui gli occhi e il pensiero altrui riflette su noi stessi e ponendo attenzione alle tematiche LGBT.
TRAMA
Close racconta la storia di una potente amicizia nata anni prima fra due ragazzi Lèo e Rèmi. I due sono molto legati. Fin da piccoli stanno sempre insieme dormendo spesso a casa di Rèmi, tanto da vivere un rapporto quasi in simbiosi senza preoccuparsi di quello che possono pensare gli altri. Inizia il nuovo anno scolastico e sin da subito viene notato dagli altri compagni il loro rapporto molto stretto. Un giorno una loro coetanea insieme alle sue amiche domanda loro se sono una coppia. Nonostante Lèo specifichi che il loro rapporto è solo fatto di amicizia e di un legame quasi fraterno. Nei giorni successivi il pensiero che la gente possa avere su di loro incrina la loro amicizia. Lèo si allontana sempre di più dal suo amico e decide inoltre di entrare a far parte della squadra di hockey sul ghiaccio per dimostrare la sua virilità e mettere a tacere le malelingue. Rèmi non capisce il comportamento del suo amico e questo lo fa stare male tanto da portarlo a fare un gesto estremo che segnerà ma allo stesso tempo porterà a riflettere tutte le persone vicino a lui.
CLOSE: un teen drama che scava tra l’emozioni dell’età adolescenziale
Il film ci mostra la verità e allo stesso tempo sensibilità dell’adolescenza: uno dei periodi più complessi della vita che tendono a segnare il pensiero e il percorso in ogni fase dell’esistenza. Nonostante non sia facile trattare questa tematica, il regista Dhont c’è riuscito egregiamente coordinando ogni sequenza della storia come fosse una coreografia: una danza quella dei sentimenti, delle emozioni e allo stesso tempo fatta di insicurezze e paure, che sono tipiche della giovinezza. Un susseguirsi di situazioni che portano lo spettatore a riflettere su molte cose. Il film potrebbe essere definito come un teen drama ma in realtà e più un racconto importante di informazione sulla vita sui rapporti e soprattutto sulle maschere che vengono messe ogni giorno per mostrarsi agli altri nel modo in cui loro desiderano.
Oltre le tematiche e la storia che sono ben strutturate e soprattutto molto curate. Questo film vanta tanti altri meriti come la bravura dei due protagonisti nel riuscire a calarsi in ruoli cosi difficili essendo al loro primo ruolo. L’utilizzo della fotografia su colori caldi in grado di dare un effetto ancora più realistico dei vari eventi che si vivono. ciò che rende Close un film cosi intenso è un ottimo utilizzo della colonna sonora e della sceneggiatura.
Per finire questo film mette in mostra la bravura di un regista che con essendo solo alla sua seconda opera cinematografica dimostra di avere ingegno e le idee chiare in grado di coinvolgere e non tutti neanche registi ben affermati sono spesso in grado di trasmettere tante emozioni e soprattutto essere in grado di far generare riflessioni cosi profondo in un modo cosi naturale come solo lui è stato in grado di fare.
Tale metafora è importante in quanto definisce la trama ed è simbolo di quella libertà che si ha quando si è giovani, che viene spesso minacciata nel momento stesso in cui si cerca di razionalizzare ciò che è reale ma visto dagli altri come strano e sbagliato solo per qualcosa che esiste ma che si fa fatica ad accettare.