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Competenze per l’occupabilità: il contributo di UnitelmaSapienza

Competenze per l’occupabilità: il contributo di UnitelmaSapienza

Nella giornata di lunedì 24 giugno si è svolto presso UnitelmaSapienza il convegno dal titolo “Competenze per l’occupabilità: il contributo di UnitelmaSapienza”. 

I saluti di istituzionali, moderati da Roberto Sciarrone responsabile dell’Ufficio Stampa, Comunicazioni, Eventi UnitelmaSapienza, sono stati affidati alla Magnifica Rettrice Antonella Polimeni di Sapienza Università di Roma, che ha posto l’attenzione sulla formazione universitaria. L’Università, infatti, deve garantire ai giovani un bagaglio di competenze spendibili nel mondo del lavoro permettendogli sia di essere competitivi, ma anche di perfezionare le proprie capacità.

A fare gli onori di casa è stato poi il Rettore di UnitelmaSapienza Bruno Botta, il quale ha sottolineato l’impegno di UnitelmaSapienza sul tema dell’occupabilità attraverso corsi di formazione/preparazione, dove la multidisciplinarità è la chiave per preparare le nuove generazioni.  “Dobbiamo mettere tutti nelle condizioni di poter avere le medesime opportunità, diversamente possiamo considerarci di aver fallito“.

In seguito, Valerio Maio, delegato del Rettore l’orientamento e al Job Placement UnitelSapienza, ha posto l’accento sull’importanza dell’orientamento, in quanto “è la prima e forse la più strategica azione che possa garantire l’occupabilità della persona“. Il disallineamento delle competenze e della formazione con il mercato del lavoro porta a sensazioni, individuali e collettive, di incertezza e alla percezione distorta della realtà.

Per questa ragione, “c’è bisogno che ci sia un travaso di competenze. Ma non è possibile pensare che sia soltanto ad appannaggio della formazione universitaria“, ha continuato Maio. Certamente i nuovi percorsi che le università vogliono intraprendere insieme alle aziende hanno un grande impatto e influenza nella formazione dei giovani e nell’immissione nel mondo del lavoro, ma ciò non basta. Infatti, in questo contesto non si può sottovalutare la rivoluzione digitale, che “da un lato promette alle persone un continuo orientamento, dall’altro aumenta il disorientamento, poiché la moltiplicazione degli stimoli confonde”.

“La formazione integrale e continua porta la persona a raggiungere la pienezza della sua identità, consentendole di esercitare la propria cittadinanza” e di essere più eclettica. Ad oggi “riscontriamo nei curriculum dei giovani competenze sempre più segmentate”. Ciò è anche riscontrabile anche tra la comunità studentesca di UnitelmaSapienza, perché “molti studenti e studentesse”, ha concluso il delegato Maio, “si iscrivono ai corsi di formazione per un’esigenza di ri-collegamento o di ri-posizionamento nel mercato del lavoro”, in quanto magari le loro competenze precedenti non sono state ritenute adeguate oppure non abbastanza multi-settoriali.

Certamente se si parla di occupabilità non possono essere sottovalutati  il genere e i fattori socio-economici. La pensabilità del futuro è forse il problema più grande gender green gap che porta alle ragazze a non immaginarsi nei ruoli apicali e di governace. I giovani, ormai sfiduciati nel mondo del lavoro, fanno difficoltà ad immaginarsi occupati in un settore. Questo potrebbe essere un effetto della svalutazione del lavoro, che inevitabilmente “fa mancare la necessità e la volontà di trovare il proprio posto nel mondo”, ha concluso il delegato Maio.

Infine, si è unito agli interventi per i saluti istituzionali anche il professore Antonio Auricchio, il quale ha sottolineato l’importanza della cooperazione delle università con le aziende, al fine di garantire una formazione multi-skills.

Tavola rotonda. Pratiche di orientamento per l’occupabilità: esperienze a confronto

Competenze per l’occupabilità: il contributo di UnitelmaSapienza

Dopo i saluti istituzionali, la mattinata è proseguita con un tavolo di confronto e di riflessione critica sulle pratiche di orientamento per l’occupabilità. Ad introdurre i lavori è stata Anna Grimaldi, Direttrice Ciclo di laboratori per lo sviluppo delle soft skill, Unitelma, la quale ha sottolineato che vengono utilizzati spesso termini negativi per definire persone che non lavorano e non studiano (Neet), mentre si dovrebbe ragionare anche sul linguaggio e le parole utilizzate, cercando di promuovere definizioni più positive o quantomeno neutre.

Nel panorama italiano alcune ricerche hanno dimostrato che la formazione odierna porta ad acquisire il titolo universitario, ma non ha poi le capacità di essere spendibile nel mondo del lavoro. “Gli indicatori del benessere dei giovani sono i più bassi in Europa: 4 milioni e 870 mila giovani, tra i 18 e 34 anni, ha almeno un segnale di malessere”, ha evidenziato Grimaldi.

Tra gli obiettivi prefissati dall’Unione europea per il 2030, c’è il raggiungimento del livello terziario di istruzione da parte del 44% della popolazione, tuttavia, attualmente la stima in Italia si ferma al 24%. Dunque, risulta essenziale “diventare soggetti attivi della pensabilità del futuro. In questo modo, possiamo aiutarli a capire chi sono e cosa vogliono essere o diventare”.

Oggigiorno “l’area della sicurezza viene sostituita dall’area dell’accrescimento del sé, perché i giovani scelgono di fare un lavoro che gli piace invece di puntare ad un posto fisso o economicamente stabile”, ha continuato la direttrice.

“L‘occupabilità è l’intreccio di capitale umano sociale e psicologico che viene mediato da numerose variabili che consentono all’individuo di porsi nel mercato del lavoro. Ad oggi soltanto il 19% dei lavoratori raggiunge le carriere di successo, e questo è sicuramente dovuto alla mancanza di soft skills“.

Il modello culturale e la rivoluzione digitale impone un’innovazione anche nelle metodologie della didattica”, per questa ragione UnitelmaSapienza da ben otto anni ha avviato PeSCO (Percorso di Sviluppo delle Competenze per l’Occupatibilità), basato su quattro cluster di competenze, tramite i quali si vogliono fornire capacità per la promozione delle proprie competenze professionali, abilità sulla gestione delle proprie emozioni e sullo sviluppo dell’empatia (utile per relazionarsi con l’ambiente circostante) e competenze per la comunicazione verbale e non verbale. Il percorso formativo, pensato per l’ammontare complessivo di 45/55 ore, si articola su 13 laboratori della durata di 4 ore ciascuno, ha concluso Grimaldi.

In seguito, ha preso la parola Tiziana Pascucci, prorettrice Sapienza Università di Roma, la quale ha posto l’accento sull’importanza di raggiungere tutti gli studenti e studentesse. Per farlo, è fondamentale partire già dalle scuole secondarie, coinvolgendo l’intero triennio e non soltanto i diplomandi. Su questa linea si muove il modello Next Generation della Regione Lazio, finanziato dall’Unione Europea e promosso all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), presentato dalla prorettrice, che ha l’obiettivo di diffondere maggior consapevolezza sugli ambiti disciplinari e sui settori lavorati, in modo da poter mettere le nuove generazioni nella condizione di poter scegliere il proprio percorso formativo in maniera più consapevole e di pensare al proprio futuro.

Questo progetto consente alle università di discostarsi dall’approccio più commerciale, in cui si tende a promuovere, all’interno delle scuole, la propria università in competizione con un’altra, dando così maggiore possibilità di investire nella cooperazione tra le varie istituzioni nell’intero territorio nazionale.

Competenze per l’occupabilità: il contributo di UnitelmaSapienza

Come ha anche sottolineato Piero Salatino, Delegato all’Orientamento e ai Rapporti con il Sistema Universitario Università Federico II di Napoli, l’orientamento non è soltanto informativo. Bisogna partire già dalla triennio del secondo grado e poi continuare anche coi primi tre anni di università, per innestare capacità autoriflessive e  contrastare stereotipi e pregiudizi di genere”.

Oltre tutti questi fattori, non vanno sottovalutati l’esposizione alle nuove tecnologie e l’impatto dell’Intelligenza artificiale (IA): due fattori che differiscono nella complementarietà con le macchine. In una stima del Fondo monetario internazionale (FMI) del 2024, presentata da Francesca Bastagli, Responsabile per la ricerca Fondazione Agnelli, risulta che “le occupazione che hanno una componente creativa o una funzione di supervisione o pensiero critico possiedono una forte complementarietà con l’IA, mentre quelle in cui manca tendono a essere a rischio”. Nei paesi ad alto reddito circa il 60% dei posti di lavoro è esposto all’IA, di questi circa la metà subirà un impatto negativo.

Quindi, l’orientamento e il sostegno all’occupabilità deve cambiare prospettiva attraverso un approccio che sia al passo con i tempi e con le variazioni del mercato, in modo da essere in grado di promuove e valorizzare competenze sempre più trasversali e fornire opportunità di lavoro nel breve e nel medio-lungo periodo.

Competenze per l’occupabilità: il contributo di UnitelmaSapienza

Infine, hanno chiuso le relazioni della tavola rotonda Roberto Ricci, Presidente Invalsi e Gaetano Tieri, Delegato Servizi Inclusione e Apprendimento UnitelmaSapienza. 

Il presidente Ricci si è focalizzato sull’importanza della scuola, in quanto “il problema dell’abbandono scolastico è ancora un fenomeno sociale molto serio”. Senz’altro l’università ha il ruolo di formare i futuri studenti, ma la consapevolezza e la formazione devono partire già dalla scuola primaria. I docenti, dunque, devono essere costantemente aggiornati e formati sulle nuove tecnologie, sui temi sociali, economici e politici che caratterizzano il paese e che influenzano inevitabilmente anche il mercato del lavoro.

Il delegato Tieri, invece, ha concluso le riflessioni ponendo l’attenzione su tre temi principali: la disabilità nelle scuole, la terza missione e il supporto delle nuove tecnologie.

La disabilità è uno dei fattori di rischio che possono compromettere l’occupabilità”.  Basta avere la certificazione di disabilità per consentire alle istituzioni di avviare un percorso di formazione specifico, con il quale si può fornire il giusto supporto e aiuto, eliminando qualsiasi tipo di disparità. Mentre, i progetti di terza missione come anche le nuove tecnologie (ad esempio l’IA) possono connettere gli istituti scolastici e fornire nuovi approcci e vie per l’apprendimento.

L’intera mattinata può essere recuperata sul canale ufficiale YouTube di UnitelmaSapienza.

 

La giornata si è conclusa con la cerimonia per la consegna degli attestati agli studenti e studentesse che hanno frequentato il corso di Competenze per l’occupabilità di UnitelmaSapienza.