Possono sembrare due mondi agli antipodi, materie completamente diverse, dettate da leggi che fra di loro non hanno nulla in comune. Gli artisti e i chimici, apparentemente persone con un’idea del mondo differente, in realtà hanno radici comuni, o meglio spesso sono di aiuto l’uno per l’altro.
In quanto l’artista possieda una visione più irrazionale delle cose e più astratta, a differenza del chimico, o chiunque appartenga al mondo scientifico, invece molto più razionale, oggettivo e quadrato.
L’anello di congiunzione fra queste due materie si chiama Marco Mazzei, artigiano e musicista originario di Pescara, che nella giornata di venerdì 28 aprile 2023, presso l’aula “La Ginestra” del dipartimento di Chimica in Sapienza in occasione dell’evento “Con Pesci ‘Al’ Museo”, ha dato dimostrazione di come spesso la chimica venga in aiuto degli artisti. Egli da ormai più di trent’anni si diletta nell’artigianato dell’alluminio, un materiale che nei secoli è stato anche superiore all’oro, per il suo valore. Un materiale “simpatico” quanto prezioso. La sua malleabilità lo rende perfetto per la lavorazione artigianale. Non sono necessari grandi mezzi per poterlo adoperare, tanto più grandi spese.
Come lo stesso artista ha sottolineato, il suo primo lavoro, lo stesso che l’ha consacrato nel mondo dell’arte, prende il nome di “quattro colpi”. Non si tratta di un’iperbole per indicare un lavoro faticoso, ironizzato da un titolo ilare, ma di una trascrizione della realtà. Con soli quattro colpi, l’artista è riuscito a creare l’opera. Questo grazie, per l’appunto, alle proprietà dell’alluminio, un materiale molto morbido e garbato che, una volta accusato il colpo, non reagisce con spigoli ma curve morbide facendo sembrare tutto più delicato. Da qui il lavoro dell’artigiano pescarese prende sempre più piede, specchi incorniciati da alluminio di ogni misura e grandezza e persino televisori cinti da lastre di questo materiale.
Ma l’obiettivo dell’incontro è stato quello di sensibilizzare uno dei suoi ultimi progetti, quello di realizzare pesci mediante la tecnica dello “sbalzo e cesello” appresa al Poligrafico di Stato. Rigorosamente in alluminio, l’artista li lascia in giro per il mondo, creando una comunicazione virtuale, tramite l’utilizzo di Qr code inseriti all’interno dell’opera. Un modo per tenere più unite le persone anche qualora ci fossero continenti a dividerli.
Ma perché usare il pesce? L’artista risponde che dietro la figura di questo animale si celano in realtà molteplici significati, attraversando il mondo pagano fino ad arrivare a quello cristiano.
Il pesce è comune a tutti, viene spesso rappresentato per salvaguardare il mondo, ed usato nei simboli di pericolo di inquinamento, venendo sempre di più minacciato dalla cattiveria dell’uomo. Da un punto di vista più filosofico il pesce viene visto come l’animale che sott’acqua non muore bensì vive. Questo ha posto il paragone con Cristo, che entra nella morte restando vivo. In genere, i pesci rappresentano il superamento di tutti gli ostacoli, la vittoria sulle sofferenze e il raggiungimento della liberazione, seguendo l’analogia dei pesci che nuotano liberi nell’acqua.
Una volta terminata la parte artistica è subentrata quella scientifica, grazie all’intervento del ricercatore Mauro Giustini, che ha spiegato più approfonditamente perché l’alluminio sia risultato così d’aiuto all’arte. Si tratta di un materiale leggero e molto resistente, specie alla corrosione. Essendo in grado di bloccare il passaggio dell’ossigeno verso l’alluminio sottostante. Eccellente elemento di malleabilità e duttilità grazie al quale può essere lavorato facilmente, come lo stesso artista ha potuto constatare. Infatti è definito il secondo metallo per malleabilità, successivo solo all’oro, ed anche dal punto di vista ambientale è un ottimo “amico”, poiché facilmente riciclabile.
L’incontro si è concluso con la messa all’opera da parte dell’artigiano ad uno dei tanti pesci che sono stati lasciati in giro per il mondo. Andando a apprezzare ancora di più il suo lavoro, nella speranza che queste azioni possono essere apprezzate e raggiungano l’obiettivo di unire le popolazioni
Ho assistito all’evento, anche in qualità di direttore del museo dove orgogliosamente verrà ospitata questa opera. Opera che oltre a comunicare un senso di comunità e fratellanza è anche un grido di dolore e di richiamo per l’incipiente irreversibilità della crisi idrica del nostro pianeta e del conseguente drammatico danno ambientale causato dalla pressione antropica, cui la Scienza, e la chimica tutta, cerca di porre rimedio con soluzioni e tecnologie innovative rispettose per il nostro unico pianeta
Conosco l’artista Marco Mazzei da anni e ho seguito il suo percorso culturale ( filosofico e artistico) fino alla maturazione attuale. Dalla croce alta più di 2 metri collocata in una chiesa di Pescara e trafugata in seguito da ignoti sono passati più di dieci anni durante I quali l’artista ha continuato nella sua ricerca e ha trovato risposte. Il materiale che gli aveva permesso di realizzare quella croce battuta e tormentata (bellissima) espressione di dolore e morte, quello stesso materiale diversamente trattato ha consentito all’artista di plasmare i pesci lucidi e guizzanti di oggi, espressione di vita. L’intuizione del ‘progetto pesci’ non è casuale .