Giovedì 18 maggio alle ore 16.30, presso l’aula 13 del Dipartimento di Filosofia, si è tenuto il quarto appuntamento del Seminario permanente di Filosofie del linguaggio. Il seminario, intitolato “Corpo e linguaggio: percorsi di (non) senso,” è organizzato dal Dottorato in Filosofia in collaborazione con il Laboratorio di Storia delle idee linguistiche (LabSil). L’evento è aperto al pubblico e ha visto la partecipazione di quattro relatori, ognuno dei quali ha affrontato il tema in modo originale e stimolante.
Marina De Palo ha presentato una relazione intitolata “Corpo e linguaggio: lavori in corso.” Durante la sua esposizione, De Palo ha affrontato il tema del corpo e del linguaggio come una ricerca in corso, sottolineando l’importanza di esplorare e comprendere il legame tra questi due ambiti in modo approfondito.
Flaminia Carocci, nel suo intervento intitolato “Saturo e disincarnato: ‘una questione liminare’,” ha citato i filosofi Immanuel Kant e Franco Pennisi, nonché gli studiosi Poro e Garroni, per discutere del concetto di mondo schizofrenico come una questione liminare. L’obiettivo di Carocci era evidenziare la complessità della relazione tra il corpo e il linguaggio nel contesto di un mondo caratterizzato da una frattura schizofrenica.
Edoardo Morè ha presentato un’interessante relazione dal titolo “Sinestesia, immaginario ed espressione: corpi linguistici.” Durante il suo intervento, Morè ha esplorato il tema della sinestesia e della struttura sensoriale del corpo. Ha sottolineato la molteplicità dei sensi e l’importanza del soggetto estetico nell’esperienza sinestetica. Ha evidenziato come la percezione non sia solo una questione scientifica o fenomenologica, ma anche una modalità di relazionarsi al fenomeno attraverso l’immaginario linguistico. Morè ha inoltre affrontato il tema del linguaggio nella dimensione percettiva dell’uomo, mostrando come l’introduzione della parola modifichi il nostro rapporto con l’altro, rendendo possibile la comprensione e la lettura del mondo.
Nicola Sighinolfi ha proposto una riflessione sulla “La pesantezza del corpo: passività e linguaggio in una prospettiva materialistica.” Durante il suo intervento, Sighinolfi ha fatto riferimento al filosofo e critico letterario Sebastiano Timpanaro, stabilendo un collegamento con l’opera di Giacomo Leopardi. Sighinolfi ha esplorato l’importanza filologica dell’infelicità crescente nel pensiero di Leopardi e ha ridefinito il marxismo secondo la prospettiva di Timpanaro. Ha illustrato tre caratteristiche fondamentali: la determinatezza teronoma dell’uomo, un fatalismo razionale e un edonismo dialogante con alcuni filosofi del Novecento. Sighinolfi ha inoltre affrontato il concetto di condizionatezza, che riguarda una concezione illuministica di libertà, e ha discusso della laicizzazione della morale e della fondazione eteronoma.
Il Seminario permanente di Filosofie del linguaggio, dedicato quest’anno al tema “Corpo e linguaggio: percorsi di (non) senso,” offre agli studiosi e al pubblico interessato un’opportunità di approfondire e discutere di questioni filosofiche e linguistiche di rilievo. Gli interventi dei relatori hanno stimolato una riflessione approfondita sulla complessità del rapporto tra corpo e linguaggio, aprendo nuove prospettive di ricerca e dibattito nell’ambito della filosofia del linguaggio.