Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia è un gioiello che si nasconde nel cuore di Roma e, tra i suoi suggestivi mosaici, ha avuto luogo un evento di altrettanto lustro: “Costruire lo Spazio pubblico. Tra Storia, Cultura e Natura”.
Lo scorso 25 giugno, nell’elegante location, è stata presentata la seconda edizione dell’iniziativa, promossa dal Laboratorio Progetto Roma del Dipartimento PDTA in vista della Biennale dello Spazio pubblico 2019, “l’Anno europeo del patrimonio culturale 2018”.
Come illustrato da Laura Ricci, Direttore Dipartimento PDTA, “il progetto nasce dalla convinzione che la costruzione della città pubblica, l’insieme delle componenti pubbliche relative agli spazi pubblici, alle aree verdi, alla mobilità e alla residenza sociale, inveri l’obiettivo strutturante da porre alla base di qualsiasi strategia di assetto e di rigenerazione della città contemporanea”.
Valori identitari, patrimonio culturale e capitale naturale rappresentano aspetti fondamentali da considerare nella messa in campo di nuove strategie cognitive e progettuali, che vadano a ridisegnare la città tradizionale a partire da “un approccio interscalare e integrato, che recuperi significative relazioni tra teroia e prassi, compresione e proposta, dimensioni fisiche e socioeconomiche”.
Come si evince dall’intervento di Valentino Nizzo, Direttore del Museo “capolavoro dell’arte rinascimentale”, “lo spazio pubblico non solo è struttura primaria di riferimento e spazio di cittadinanza, ma anche espressione dell’identità storico-culturale e sociale delle comunità”.
L’attuazione di concreti interventi di miglioramento delle risorse ambientali e di valorizzazione dei beni paesaggistici deve rappresentare l’obiettivo della sinergia tra istituzioni, Pubblica Amministrazione e università: sul ruolo concreto di quest’ultima ha focalizzato le sue parole Anna Maria Giovenale, Preside della Facoltà di Architettura della Sapienza – Università di Roma.
“Il contesto universitario, nella pratica applicazione degli studi che promuove, deve proporsi come un’opportunità che aiuti a recuperare la concezione dei luoghi pubblici come portatori di valore”: il cuore dell’evento è stimolare tale approccio e inaugurare una sperimentazione che punti ad avviare un processo aperto e inclusivo di rigenerazione della Valle delle Accademie che possa porre in evidenza il ruolo rilevante che le discipline del progetto, afferenti alle Scuole di Architettura , di Design e di Ingegneria, possono e devono assumere.
Il progetto, che si definisce “integrato”, persegue la messa a sistema delle diverse discipline che afferiscono al Dipartimento PDTA, interprete attivo e propulsivo delle istanze di cambiamento, e vuole cogliere l’opportunità di misurare questa integrazione a partire da una comune e trasversale dimensione del fare: la cultura del progetto.
Nella collaborazione multidisciplinare, la costruzione dello spazio pubblico che si propone ha un profilo complesso e articolato che prevede diversi luoghi (i punti nodali della Valle delle Accademie), diverse attività e forme di espressione scritte e materiali che trovano il medesimo elemento unificante: la dimensione progettuale portata avanti in sinergia.
Nicoletta Labarile