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Cultura: l’appello dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale, l’Italia adempia ai doveri dettati dalle convenzioni Unesco

Rafforzare la consapevolezza nelle Istituzioni e nella società civile del valore culturale, storico e anche economico generato dal patrimonio di Beni Unesco presente nel nostro Paese. È questo l’obiettivo dell’assemblea promossa dall’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale, realtà nata nel 1997 che oggi riunisce più di 50 Enti responsabili della gestione dei Beni italiani iscritti nella World Heritage List. L’incontro si è tenuto questa mattina presso la sala Spadolini del Ministero della Cultura a Roma ed ha visto la partecipazione di Sindaci, Amministratori locali e associati di tutta Italia.

Il nostro Paese può vantare il primato assoluto con ben 60 siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dall’UNESCO: monumenti, centri storici, parchi archeologici e naturali, luoghi ai quali viene riconosciuto di essere uniche, eccezionali testimonianze del percorso dell’essere umano sulla Terra. “Essere insigniti del titolo di ‘Patrimonio Mondiale’ è un grande onore ma, al tempo stesso, costituisce un onere, una responsabilità che ricade sullo Stato e sulle amministrazioni locali che hanno necessità di fare rete e di trovare supporto dalle Istituzioni centrali per tutto ciò che attiene la manutenzione e la valorizzazione di questi luoghi”, ha detto Alessio Pascucci, presidente di BIPM.

Nel corso dell’assemblea, aperta dall’intervento di Emilio Casalini, giornalista e conduttore di “Generazione Bellezza” su Rai Tre, è stato presentato il progetto relativo ad un grande evento da tenersi il prossimo 6 febbraio 2025 a Roma, dal titolo “Incontri e Territori. Designazioni UNESCO a confronto”, da realizzarsi anche grazie al contributo del Ministero della Cultura. “Vogliamo accendere un faro sulla necessità di costruire una nuova consapevolezza dei valori relativi al Patrimonio Mondiale. Chiediamo a tutte le Istituzioni di cogliere questa occasione per l’Italia per poter adempiere al meglio alle opportunità e ai doveri legati alle Convenzioni internazionali dell’UNESCO, in particolare alla Convenzione del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale“, ha aggiunto Pascucci.

Per Carlo Francini, coordinatore scientifico di BIPM, “la conservazione e la valorizzazione dei patrimoni mondiali deve essere ricentrata attraverso il contributo che possono offrire gli Amministratori dei territori che li ospitano. È questo il lavoro che l’Associazione intende portare avanti, perché soltanto un territorio consapevole del patrimonio mondiale può fornire le indicazioni utili per una gestione corretta, capace di favorire la convivenza e lo sviluppo sotto tutti i punti di vista“.