Vincitore del concorso Amore e Psiche alla 29esima edizione del Medfilm Festival 2023, Dancing on the Edge of a Volcano è un documentario diretto da Cyril Aris che segue le conseguenze e la ripartenza dei libanesi dopo la drammatica esplosione del porto di Beirut nel 2020.
Dancing on the Edge of a Volcano: una micro storia di resilienza dopo l’esplosione del porto di Beirut
Il 4 agosto 2020 tutto il mondo assisteva esterrefatto ai video della impressionante esplosione al porto di Beirut. Tonnellate di esplosivo conservato abusivamente sotto la città in condizioni di totale abbandono, la cui esplosione ha causato 218 morti, oltre 7mila feriti e 300mila persone la cui abitazione ha subito gravi danni. Che cosa può fare il cinema di fronte a qualcosa di simile? è questa la domanda da cui parte Cyril Aris in questo progetto, un film che nasce istintivamente raccontando la realtà che gli si è improvvisamente catapultata attorno. Persone senza casa, senza lavoro, amici morti o feriti. Nell’ammasso di storie personali e cittadine, Aris segue quelle a cui è più vicino, mettendo al centro del film una piccola storia di resilienza e di umanità.
Mounia Akl, giovane regista libanese, avrebbe dovuto a breve iniziare la produzione della sua opera prima Costa Brava, Lebanon, prodotto da Abbout Productions. Aris segue quindi le vicende legate alla produzione del film, alle difficoltà economiche, burocratiche ed emotive che affrontano i protagonisti, con determinazione e ironia, in un Libano di cui ci si chiede continuamente se possa essere salvato o se sia necessario fuggire. Domande che Cyril Aris riscopre in Whispers di Maroun Bagdadi, film libanese del 1980 ambientato pochi anni dopo la fine della guerra civile che aveva stravolto il volto del paese, chiedendosi le stesse domande che i personaggi di Dancing on the Edge of a Volcano si chiedono oltre 40 anni dopo.
Le case senza vetri o inagibili, la corrente che va e viene impedendo la corretta esportazione dei file durante il montaggio, l’attore protagonista Saleh Bakri che essendo palestinese non può arrivare in Libano passando per il territorio israeliano e per un tragitto di un’ora e mezza di macchina vive un eterno viaggio della speranza attraversando interrogatori e ore di attesa alla dogana. Le difficoltà emotive dovute alla morte di amici, parenti, conoscenti, la svalutazione del dollaro libanese che porta i vari stakeholders a ricontrattare i precedenti accordi, gli elicotteri che sorvolano continuamente la città, ricordando a tutti la calamità umana appena successa. Nonostante le avversità che non impallidiscono al confronto con altri classici come Hearts of Darkness: A Filmmaker’s Apocalypse sulla produzione di Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, e Burden of Dreams sul folle set di Fitzcarraldo di Werner Herzog, Dancing on the Edge of a Volcano non è un behind the scenes di Costa Brava, ma un racconto di una città ferita che cerca di andare avanti, con umanità e dignità, ma anche con rabbia verso chi ha reso possibile che qualcosa di simile avvenisse. Una storia che si interroga sul come andare avanti dopo un evento così traumatico, sulla possibilità della fuga o della rinascita.
Costa Brava, nonostante le difficoltà produttive, è riuscito ad andare fino al Festival del Cinema di Venezia nel 2021 ed è disponibile su Netflix. Il film di Cyril Aris, è il vincitore del concorso Amore e Psiche 2023 del MedFilm Festival.