Sala dei Notari, una delle più prestigiose location che accolgono i numerosissimi ospiti all’annuale Festival del giornalismo di Perugia, è gremita giovedì 4 Aprile per l’arrivo del giornalista d’inchiesta Lirio Abbate che condurrà il pubblico in un racconto dettagliato e accorato su uno dei più grandi misteri contemporanei: l’omicidio della giornalista Ilaria Alpi e del suo cameraman Miran Hrovatin.
Il racconto di Abbate parte da lontano, dal 20 Marzo del 1994, quando la giornalista di Rai3 ed il suo operatore furono barbaramente assassinati a Mogadiscio, capitale della Somalia, dove si trovavano per condurre un’inchiesta riguardo traffici illeciti di armi e rifiuti tossici e sui rapporti che intercorrevano tra Italia e Somalia a proposito di questi traffici. Le grandi ambiguità di questa storia sono evidenti fin dai primi istanti che seguono il delitto: perché nessuna autorità italiana si è recata sul posto? Dove sono finiti i taccuini di Ilaria e le videocassette di Miran, inquadrate chiaramente in un documento video girato da un giornalista svizzero, e che con ogni probabilità contenevano informazioni rilevanti sulla loro inchiesta? A queste sono seguite numerose domande nel corso degli anni e, con sempre maggiore certezza, ha iniziato a concretizzarsi la possibilità che fosse avvenuto un vero e proprio depistaggio, da parte di qualcuno che, fin dall’inizio di questa storia e probabilmente da prima dell’assassinio, ha iniziato a tessere un’intricata tela di falsi indizi, falsi testimoni e false verità. Questa è una storia in cui il lavoro che dovrebbe essere svolto dalle autorità viene svolto dai giornalisti, che scavano senza tregua alla ricerca delle vere motivazioni che hanno portato all’esecuzione di Ilaria e Miran, come nell’eclatante intervista di Chiara Cazzaniga al finto testimone Ahmed Ali Rage mai trovato prima, e probabilmente mai cercato, dalle istituzioni. Il racconto di Abbate continua andando a scandagliare punto dopo punto tutte le incongruenze di questa tragedia e termina con le commoventi parole dell’ormai scomparsa signora Alpi che ringrazia tutti quei giornalisti che si sono, in questi lunghi anni, spesi a cercare in modo disperato ed ossessivo una verità che nessuno voleva trovare e che ancora oggi non è emersa.
Luciana Caiella