E’ disponibile dal 14 maggio su tutte le piattaforme digitali l’ultimo prodotto dei Disco Zodiac, nato dall’etichetta indipendente “Iuovo”, la label di “iCompany”.
Lorenzo Lambusta, Marco Pula e Jacopo Pisu sono la componente strumentale della band, la voce è di Alessio Modica. Una voce limpida ma con delle sfumature naïf, che racconta di bisogni musicali bohemièn che ricordano vagamente i Baustelle, quando l’indie era ancora poco conosciuto ma con una mescolanza di generi più corposa.
Ma procediamo con ordine e ripercorriamo la storia del gruppo.I Disco Zodiac si uniscono ufficialmente all’inizio del 2012. Originariamente cover band degli Arctic Monkeys, in seguito cominciano a lavorare ai propri brani inediti. Il primo singolo “Astratte deduzioni” (2014) rimane in vetta alle classifiche della categoria “indie” di Reverb Nation per più di 4 settimane e nell’estate dello stesso anno si aggiudicano il premio della giuria durante il contest “Postepay” di Rock in Roma Factory.
Nel 2015 superano la prima selezione del contest “1M Next” per suonare al concerto del 1 maggio, scelti tra più di 700 band.
Le sonorità hanno un buon riverbero per un ascoltatore che desidera oltre a un leitmotiv, qualcosa di fresco ma deciso. I testi sono definibili sintetici, racchiudono la giornata media di un ventenne che corre impetuoso per dimostrare il buon proposito lasciato dall’immagine schermata e online dei giorni nostri. Raccontano la provincia di Roma, non molto diversa dallo stampo poco grandangolare ma caratteristico di un quartiere della Capitale e in linea con la vita anteriore di un qualsiasi fuorisede che ricorda con nostalgia dolce amara i tempi da liceale, quando i sogni avevano l’odore della polvere di campagna e delle ruote dell’autobus che prima o poi ti avrebbe portato a casa. Che odore hanno adesso i nostri sogni? Forse l’odore del long drink in cui il sabato sera gli studenti disegnano con le cannucce varchi temporali sperando di scappare verso il mare o su un colle o in un qualunque posto che li allontani da tutto quel rumore sordo di strumenti suonati male di qualche locale alla moda o finto radical chic e dalle chiacchiere che si affollano nella tua mente. Che dolore hanno questi sogni? Forse quello di una stanza dove hai trascorso insonne le tue notti a domandarti di risposte che arriveranno con il passo del loro tempo. I giovani escono, sono fuori ma sono chiusi in un appartamento a fissare il vuoto di un soffitto. Riempiamo un tempo con affanno in un mondo che non ammette l’ora libera. Siamo soli, soli con noi stessi in una marea squillante di gente. Un problema per tutti coloro che dicono “io non cambio”. I Disco Zodiac cercano di riprodurre tutto questo con la loro musica Retro Pop. Spesso mi chiedo come verremo definiti tra vent’anni. “Gli indecisi”, “I delusi”. Oppure “Gli spietati”, che con la sua melodia ha portato il suono del nostro perdono (Baustelle, primavera del 2010). Domanda postata in buffering nella mente generazionale: cosa stiamo vivendo? Una crisi generale dei valori sull’ onda 90’s che si è radicalmente trasformata negli ultimi 15 anni in una còsmesi delle definizioni. Di fatto è manifestazione, tra la musica contemporanea, l’indie. Forse si dovrebbe smettere di parlare di musicalità superiori, forse bisognerebbe impegnarsi a far rinascere il genere odierno, senza dimenticarci di ascoltare i buoni padri protettori.
E allora urlatelo a voce più forte “Io non cambio!” Anche a costo che passino i giorni, prima ancora di smettere di sentirci persi. E anche quando sul finestrino del treno di una stazione vedrete scivolare via il riflesso che piange i vostri errori. Urlatelo, e aspettate che il tempo con le sue dolci battute di spirito accarezzi le corde della vostra anima. E anche quando si farà beffa di voi, sorridete, è vostro amico.
Videoclip di “Passano i secondi”, ultimo singolo dei Disco Zodiac, online dal 20 maggio.