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Disinformazione e Dati Elettorali: Il convegno organizzato da Sapienza.

programma convegno

Dalla mattina di Giovedì 20 marzo ha avuto inizio, presso la sala delle lauree dell’Edificio di Scienze politiche in Città Universitaria, il primo convegno dedicato alla “Disinformazione e Scienza dei Dati Elettorali“, organizzato dalla Fondazione Roma Sapienza e dalla Facoltà di Scienze politiche, sociologia e comunicazione in accordo con l’ISTAT, la Società italiana di statistica, e la Presidenza del consiglio dei ministri – Dipartimento per l’informazione e l’editoria.

L’evento esplora i processi di manipolazione dell’informazione che avvengono all’interno delle campagne elettorali, approfondisce il ruolo delle scienze di analisi dei dati nelle elezioni moderne e lo fa attraverso un susseguirsi di numerosi interventi condotti dai protagonisti del nostro convegno che sono docenti, studiosi e esperti nel settore, i quali discutono sia sul fenomeno della disinformazione sia sulle tecniche di analisi dei dati in ambiente politico.

Nella prima mezz’ora, dedicata alla presentazione dell’evento, sono presenti i coordinatori di questa importante iniziativa ospitata dalla nostra università; ritroviamo il Preside della Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione Pierpaolo D’Urso, la Direttrice del Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche Emma Galli, il Presidente SIS -Società Italiana di Statistica Marcello Chiodi, il Presidente ISTAT Francesco Chelli, il Presidente della Fondazione Roma Sapienza Eugenio Gaudio, ed ultimo ma non meno importante, direttamente dal Senato, Alberto Barachini Sottosegretario della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In questa brevissima sezione, oltre a presentarci il programma della giornata, veniamo introdotti verso alle prime forme di riflessione riguardanti le tematiche che saranno affrontate, invitando proprio a cogliere gli obiettivi e l’importanza di questo convegno: riunire esperti, confrontarsi, dibattere, scovare i problemi, avanzare soluzioni.convegno disinformazione

Disinformazione e Democrazia.

La prima “Sessione” del Convegno ha visto ospiti dal calibro dei già citati P. D’Urso e E. Gaudio, affiancati dal Presidente dell’ANAC Giuseppe Busia, dal direttore dell’ANSA Luigi Contu, dal professore del Dipartimento di Informatica alla Sapienza Matteo Cinelli, e dalla dottoressa Sartori.

Sono state affrontate le tematiche protagoniste del nostro evento, sottolineando il rischio che esse comportano nei confronti della democrazia. La disinformazione, ad esempio, altera il rapporto tra cittadini, mezzi di comunicazione di massa ed istituzioni. Nel solo campo politico essa porta ad una sfiducia generalizzata tra gli elettori, nei confronti dei loro leader politici.  L’informazione falsa rafforza i pregiudizi esistenti tra i cittadini, alimentando i diversi gruppi ideologici o culturali e rendendo difficoltoso il dialogo tra le eventuali forme di pensiero opposte. Oggi non si può sottovalutare la pericolosità delle campagne di disinformazione, soprattutto durante le elezioni, le quali possono (e riescono) ad influenzare l’esito dei voti attraverso fake news e propaganda mirata; si aggiunge inoltre che la fake news, oltre a comportare la riduzione della fiducia nei processi democratici, accresce la disillusione dei cittadini, traducendosi a sua volta nel fenomeno dell’Astensionismo: più volte è stato fatto presente come il vero partito vincente nelle elezioni degli ultimi anni sia in realtà quello composto dagli individui che non hanno votato.

In che modo la disinformazione minaccia la democrazia? Ce lo dice direttamente il Democracy Index, un indice composito, definito su una scala da 0 a 10, che offre una panoramica dettagliata dello stato di democrazia in più di 350 paesi del mondo. L’Italia, insieme ad altri paesi Europei, ha registrato un peggioramento della sua qualità a causa di un attacco da parte delle campagne di disinformazione, di due importanti pilastri della democrazia: le libertà civili da una parte, il pluralismo delle campagne elettorali dall’altra.

Ruolo dei Social e Echo Chambers.

seconda immagine convegnoUna cosa dell’era moderna è certa: i Media di massa, il Web e i Social Network hanno contribuito ad accrescere la presenza di fake news ed anche la loro pericolosità. La comunicazione digitale, in particolare quella politica, non è più oggettiva; il tipo di informazione di cui io usufruisco sui vari canali social è un informazione mirata, in base a ricerche effettuate precedentemente; essa risponde al  bisogno informativo e non fa altro che rafforzare l’oggetto e lo scopo determinato, eliminando tutto ciò  non  pertinente. Si vive in delle bolle filtrate nella quale, al loro interno, vengono alimentate tutte le  convinzioni. Ecco il fenomeno delle “echo chambers“.

Cosa comporta questo in piano politico? Beh, chiaramente non solo difficilmente assisterò a campagne politiche effettuate dai partite lontani dalla mia ideologia (qualunque essa sia) ma con tutta probabilità i post che vedrò su di loro saranno notizie false dalla forma sensazionalistica, effettuate appositamente per screditare gli avversari politici. Si entra in un circolo vizioso senza fine. “Siamo nel delirio più totale” dichiara il direttore Contu. Da un lato c’è chi seleziona le notizie per me rafforzandole, dall’altro chi mi spara fake news basate sulle mie ansie e credenze.

Il convegno prosegue tutta la mattina con la seconda e terza sessione. Si focalizzano più gli aspetti statistici della questione, attraverso l’analisi dei dati elettorali nelle campagne politiche degli ultimi 20 anni e di come questi siano cambiati. La statistica in particolar modo è un importante strumento per comprendere i meccanismi della disinformazione che può anche essere impiegata per progettare interventi per mitigarla. Ritroviamo gli interventi di Lorenzo De Sio, docente della Luiss, Giorgio Alleva, Mattia Diletti, Carmelo Lombardo e Gianluca Passarelli, direttamente della Sapienza, per la seconda sessione, e Laura Bocci, Roy Cerqueti, Giovanni Di Franco sempre dalla Sapienza, Lorenzo Federico dall’università Luiss Guido Carli e Francesco Truglia, ricercatore dell’ISTAT.

Il convegno continua con una seconda parte di interventi fino a pomeriggio inoltrato.

a cura di

Domenico Voddo

 

 

 

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