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Duecento anni di Ingegneria alla Sapienza, tra passato e futuro

Festa in casa Sapienza: la facoltà di Ingegneria ha spento oggi la sua duecentesima candelina. La celebrazione del bicentenario si è svolta oggi, lunedì 23 ottobre, presso la sede di Ingegneria nella splendida cornice di San Pietro in Vincoli (Sala del Chiostro).
La giornata è stata aperta dal Magnifico Rettore Eugenio Gaudio e ha visto la partecipazione di numerosi ospiti illustri. Sono intervenuti, nell’ordine indicato dalla locandina, Antonio D’Andrea (Preside ICI), Giancarlo Bongiovanni (Preside I3S), Fabrizio Curcio (già Capo Dipartimento Nazionale Protezione Civile), Ugo De Carolis (AD Aeroporti di Roma), Gianni V. Armani (Presidente Anas), Elio Catania (Presidente Confindustria digitale), Riccardo Gallo (Docente di Economia industriale), Carla Cappiello (Presidente Ordine ingegneri provincia di Roma), Marco Coccagna (AD Eni Corporate University), Gioacchino Giomi (Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco), Luciano Marcocci (C.T.O. Leonardo S.p.A.), Tiziano Onesti Presidente Trenitalia S.p.A.), Carlo Papa (Direttore Fondazione centro studi Enel), Giulio Ranzo (AD Avio S.p.A.), Massimo Sessa (Presidente Consiglio superiore dei lavori pubblici) e Sesto Viticoli (V. Presidente Air). Programma e locandina sono consultabili al seguente link.
La facoltà di Ingegneria fu fondata esattamente il 23 ottobre del 1817, grazie all’allora Papa Pio VII, il quale volle fortemente istituire una Scuola di Ingegneria per istruire i giovani dello Stato Pontificio su tematiche quali Geometria descrittiva, Costruzioni, Idraulica, Idrometria pratica e Strumentazione geodetica e idrometrica. Il corso di studi si articolava in 3 anni, ai quali si poteva accedere dopo aver seguito i corsi fisici e matematici in una università Statale. Tale scuola crebbe di pari passo alle maggiori tappe storiche del nostro Paese, quali la prima rivoluzione industriale, l’Unità d’Italia e l’annessione di Roma al nostro Stato. Nel 1873 grazie alla trasformazione in Scuola di applicazione per gli Ingegneri in Roma, poterono qui formarsi gli ingegneri civili, beneficiando anche del periodo della seconda rivoluzione industriale. Successuvamente all’introduzione di nuove materie, quali Chimica applicata ai materiali da costruzione e Elettrotecnica, nel 1935 la Scuola divenne a tutti gli effetti Facoltà.
Il ruolo cardine di questa Facoltà non si è esaurito nemmeno in tempi moderni, con la terza rivoluzione industriale avviata nel 1970 dall’elettronica, dall’informatica e dalle telecomunicazioni. Oggi, con la quarta rivoluzione industriale ancora in atto (in ambito fisico, digitale e biologico), il suo ruolo di guida sarà sempre più importante. Ed è proprio questo il tema del bicentenario, ossia guardare al passato con un occhio al futuro, soffermandosi sui progressi che il mondo scientifico e il sistema industriale italiano hanno compiuto dal momento della fondazione della Scuola di Ingegneria sino ad oggi.

Maria Rita Zedda