Il 16 maggio si è tenuto l’incontro presso il Ristorante della Pasta e della Pizza di Eataly “Impronte di pizza 2019”, ospitando una kermesse di pizzaioli da dieci e lode
Si sa, se si pronuncia la parola pizza, la prima cosa che viene in mente è accostarla alla nostra terra, l’Italia. Eataly lo sa, e da sempre si è posta come promotrice del Made in Italy, portando la qualità e il buon cibo italiano nel mondo. Sa anche che il simbolo per eccellenza della cucina italiana è proprio la pizza, e per questo la grande catena ha deciso di ricordare a tutti quale ruolo la pizza ha nel nostro paese con la Settimana della Pizza, con i maestri della pizza, tra degustazioni, approfondimenti, incontri e soprattutto la buona pizza italiana. Ma per fare le cose in grande, Eataly decide di cominciare a Roma una lunga serie di incontri, tra innovazione e tradizioni, con la prima edizione di Impronte di Pizza. L’incontro si è svolto nella bella location del Ristorante della Pasta e della Pizza, un approfondimento tecnico che ha coinvolto i grandi maestri della pizza, che portano e continueranno a portare il nome della pizza Made in Italy anche all’estero. Loro hanno lasciato letteralmente il segno nel panorama gastronomico e artigianale della vera pizza verace di qualità.
Col titolo “Italia in fermento – Impasti a confronto“, Impronte di Pizza ha permesso al pubblico di incontrare quattro grandi della pizza italiana. Renato Bosco, scelto tra i cinquanta chef italiani chiamati a rappresentare la cucina italiana nel mondo, Ciro Salvo, con la sua pizza tradizionale napoletana e la sua 50 Kalò a Napoli, Franco Pepe, pizzaiolo anche lui campano proprietario di Pepe in Grani e Stefano Callegari, mastro pizzaiolo romano, creatore del famoso trapizzino.
Un interessantissimo dibattito su quattro modi diversi di fare la pizza, quattro mondi, fatti di tradizioni, mani, cura, amore e passione per un’unica cosa: mettere le mani in pasta. Una pasta speciale, quella che ha fatto innamorare milioni di persone in tutto il mondo. La pizza.
Il tutto vivacemente moderato da Luciano Pignataro, esperto, giornalista e scrittore e Antonio Puzzi, responsabile pizza Slow Food Campania. E’ proprio quest’ultimo a sottolineare le mille sfaccettature della pizza, e i tanti stili di fare pizza. Tutti giusti e tutti degni di nota, “Da Napoli a Roma, Genova, Torino, Palermo e Verona, solo per fare alcuni esempi. Nata come ‘speranza’ per saziare la fame, oggi la pizza è sotto la luce dei riflettori e questo ci spinge necessariamente a fare e farci domande. Ecco perché i pizzaioli chiedono ai mulini di differenziare e migliorare l’offerta di materie prime, e portano in tavola ricette che sono frutto di alleanze con i produttori del territorio e immagine della grande tradizione gastronomica italiana”.
Un vero e proprio master sulla pizza condensate in due ore ricche di segreti, manualità, alternative e ricette innovative che affondano in radici lontane, che riportano sulle tavole degli italiani la grande tradizione italiana, di un piatto così semplice ma così prezioso. I quattro pizzaioli non hanno solo parlato di materie prime, farine, lievitazioni e cornicioni, si sono raccontati, hanno parlato della loro lunga storia, e di quanto sia strettamente collegata alla fatica e all’impegno, nel nome della qualità da restituire al consumatore. Per Eataly infatti, fare pizza “è una cosa seria”, e ce l’ha dimostrato con Impronte di Pizza e con la voglia di ricordare a tutto il mondo di che pasta siamo fatti.