Martedì 30 Gennaio, Eugene Kaspersky, Ceo di Kaspersky Lab ha tenuto una “lectio magistralis” agli studenti del Dipartimento di Ingegneria Informatica Automatica e Gestionale dell’Università Sapienza di Roma descrivendo uno scenario allarmante. Infatti ha affermato che: “Ogni anno il costo del crimine informatico si aggira intorno ai 450 miliardi di dollari, circa 13 volte la spesa globale per le missioni spaziali” , continuando: “Nessun dispositivo è al sicuro, né smartphone, pc, auto e nemmeno le macchinette del caffè”. Parole davvero inquietanti che hanno scosso tutti i presenti e che hanno portato inevitabilmente ad una serie di domande fatte dagli studenti per capire come difendersi da eventuali attacchi.
I numeri certificano questa situazione, tanto è vero che nel 2016 il solo Kaspersky Lab ha scoperto 2.509 nuovi sample di malware per dispositivi IoT, mentre nel 2015 erano stati solamente 482. Ma per il manager russo “c’è ancora spazio per l’ottimismo” infatti “una collaborazione tra i maggiori esperti di sicurezza informatica e le forze dell’ordine di tutto il mondo è l’unica speranza per sconfiggere i criminali e garantire che tutti noi possiamo godere appieno del progresso tecnologico”. Il consiglio dell’esperto di cybersecurity che ha voluto dare alle aziende per difendersi da eventuali attacchi è stato quello di seguire la strategia dei “quattro step” : prevenzione, rilevamento di eventuali attacchi mirati sofisticati, blocco delle minacce e previsione di attacchi futuri.
Un aspetto determinante per combattere tale fenomeno è la formazione di esperti del settore, l’incoraggiare giovani di talento a intraprendere la strada della cybersecurity, che non può avvenire senza un incoraggiamento a livello Paese: “Il settore della sicurezza e dell’istruzione devono fare molto di più per reclutare la nuova generazione di cyber professionisti. Nessun Paese al mondo ha un numero sufficiente di esperti di sicurezza informatica ed è importante che sempre più giovani ingegneri scelgano questa strada, il talento di questi ragazzi deve essere sfruttato e nutrito per il bene della società”. Un impiego che oltre a dare “l’emozione di combattere i cattivi – noi non leggiamo i racconti gialli, noi li viviamo”, è anche ben retribuito. Molti studenti dopo questo incontro, forse, vorranno cimentarsi nella sfida di diventare esperti di cybersecurity.
Alessandro Fersini