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EXCO 2019: una gestione sostenibile dell’acqua nel Mediterraneo

La sostenibilità e il ruolo dei giovani nella gestione delle risorse idriche nel Mediterraneo è stato uno dei temi di EXCO 2019. Se n’è parlato all’incontro, organizzato dal CIHEAM di Bari, che si è tenuto in uno dei padiglioni della Fiera di Roma nella mattinata del 17 maggio, e che ha visto la partecipazione di illustri personalità del settore.

La conferenza, moderata dal food-performer Nick Difino, è stata aperta dai saluti di Giorgio Marrapodi, Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, e di Maurizio Raeli, Direttore del CIHEAM. “Il ruolo dei giovani nel Mediterrano è decisivo – spiega Marrapodi – perché si tratta della generazione più colta e più urbanizzata di sempre”. “I cambiamenti climatici, con l’innalzamento delle temperature rispetto alla media e la riduzione delle piogge del 30%”, stanno rendendo l’acqua un bene sempre più prezioso, per cui, secondo Marrapodi, “la cooperazione deve trasformare queste sfide in opportunità”. Sulla stessa scia rimane Raeli, secondo cui è necessaria “una maggiore coesione sociale e territoriale”. E proprio da questo punto di vista i giovani possono cambiare “il futuro del Mediterraneo, attraverso la cultura, la formazione e l’istruzione”. Il direttore del CIHEAM chiude con l’auspicio che “il Mediterraneo possa presto tornare ai suoi antichi splendori”.

Quindi ha avuto inizio un panel di interventi, a cui hanno preso parte alcuni esperti e rappresentanti delle istituzioni. Sasha Koo-Oshima, vicedirettore della commissione FAO sulla terra e l’acqua, ha spiegato che la regione mediterranea “possiede strumenti importanti per gli interventi”, attraverso i quali ci si può impegnare su tutti i fronti. La regione mediterranea, infatti, “è un ottimo hub per l’innovazione, che è possibile però solo con la cooperazione”. Charlina Vitcheva, vicedirettore del JRC della Commissione Europea, ha intanto spiegato il senso di un centro di ricerca europeo. È necessario per garantire una “conoscenza scientifica unitaria in Europa”, in particolare “nelle negoziazioni in sede di Consiglio Europeo”, per “mettere ordine tra le voci dei vari Paesi membri, spesso discordanti tra loro”. Per la Vitcheva è necessario creare una sorta di “approccio mediterraneo”, che punti all’innovazione e che sia attuata da tutti gli stati membri. La parola è quindi passata a Barbara Di Rollo, di COPA- COGECA. Le possibilità di sviluppo sostenibile, dal punto di vista dell’agricoltura, sono numerose. La più importante è quella di puntare sull’“agricoltura biologica, sempre più consolidata e che sta avendo un impulso sempre più forte”. Ma è possibile anche “usare le tecnologie per ottenere “un aumento degli input e una loro più efficace gestione, che consenta di utilizzarli solo quando ce n’è realmente bisogno”, evitando così ogni spreco.

Blanca Moreno-Dodson, manager del CMI di Marsiglia, ha poi parlato della disparità della distribuzione dell’acqua nei paesi mediterranei, “che crea instabilità sociale e conflitti”. Fare cooperazione, spiega la Moreno-Dodson, “significa essere d’accordo sui metodi per la distribuzione dell’acqua”, creando, se necessario, “degli incentivi per le regioni che manifestano l’intenzione di collaborare”. Miguel Garcia-Herraiz, vicesegretario generale dell’Unione per il Mediterraneo, ha poi parlato di “water diplomacy”, presentandola come “la migliore arma contro i conflitti”, soprattutto quelli legati alle acque frontaliere, solitamente “molto difficili da risolvere”. Emilio Ciarlo, responsabile delle comunicazioni esterne dell’AICS, ha sottolineato, infine, l’importanza di “progetti per creare ambienti favorevoli e stimolare idee, per creare nuove imprese e sviluppare business dalla sostenibilità”. Per farlo, però, è necessario concentrarsi “non solo sulle persone in sé, ma anche sul piano di sviluppo”, perché non basta l’idea, ma serve soprattutto “capire come realizzarla”.

A margine dell’evento, abbiamo poi sentito ai microfoni di RadioSapienza Barbara Di Rollo, approfondendo i reali obiettivi che questo convegno si prefissava: “È importante che i paesi più potenti continuino ad approfondire nuove tecnologie che possano diventare fonti di sviluppo importanti per la regione mediterranea”. La COPA-COGECA è un sodalizio tra due grandi associazioni che rappresentano gli agricoltori europei, e allora abbiamo chiesto alla rappresentante di questa organizzazione quale fosse in ruolo dell’agricoltura per favorire una sostenibile gestione del patrimonio acquifero: “Ci sono alcune tecniche che mirano ad arricchire di sostanza organica il terreno – come ragionava durante il convegno – permettendo un maggiore stoccaggio dell’acqua, che sarà poi destinata alle colture”.

 

Francesco Amato e Simone Belfiglio inviati all’EXCO 2019