Nella serata di sabato 3 luglio ha avuto inizio Filosofie sotto le stelle presso lo Stadio Palatina all’interno del parco Archeologico del Colosseo. La manifestazione, composta da un trio di serate (3, 5, 6 agosto), entra all’interno al XXV World Congress of Philosophy – Rome 2024, organizzato dalla International Federation of Philosophical Societies (FISP), dalla Società Filosofica Italiana (SFI) e da Sapienza Università di Roma e ospitato dal 1° all’8 agosto nella città universitaria della Sapienza Università di Roma.
L’evento, organizzazione da Zètema Progetto Cultura col coordinamento artistico di Fabrizio Arcuri, è stato promosso dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dal Dipartimento Attività Culturali; e realizzato in collaborazione con l’Istituzione Biblioteche di Roma Capitale e con il Parco Archeologico del Colosseo e con il contributo di Fondazione Roma.
Il ponte tra letteratura e filosofia: dialoghi di Fabrizia Giuliani e Joyce Carol Oates
Per i saluti istituzionali della prima serata sono intervenuti il presidente Luca Scarantino e l’organizzatore Emidio Spinelli del World Congress of Philosophy, i quali hanno sottolineato l’importanza di una “filosofia attraverso i confini“, poiché è una disciplina che consente di trasformarli e renderli permeabili. Lo scopo del World Congress of Philosophy è proprio quello di abbattere i confini tramite la partecipazione di 500 filosofi e 500 filosofe provenienti da 120 Paesi del mondo.
Ad oggi l’approccio transdisciplinare è l’unico modello per garantire l’evoluzione e non rinchiudere la filosofia nei suoi confini disciplinari.
Nella prima parte della serata il dialogo viene affidato a Fabrizia Giuliani, docente di Filosofia del linguaggio della Sapienza Università di Roma. La studiosa nel suo intervento ha affrontato un’analisi tra letteratura, filosofia e storia.
“La storia è quel parente da cui non ci si può divorziare. Tra noi e la storia c’è la lingua e le parole. Tra noi e la storia c’è la filosofia“. Mentre, la letteratura è l’unica disciplina che nel tempo ci ha rivelato cosa fosse la storia.
“Senza il superamento dei confini non ci si pongono le giuste domande“. In tutto questo l’ispirazione da forma e senso alle storie, ha concluso Giuliani.
In seguito, anche Joyce Carol Oates affronta il tema dell’ispirazione. “La voce individuale è la voce collettiva. L’ispirazione è una forza coinvolgente ed è un’illuminazione”. Nel suo dialogo la filosofa pone il focus sull’ispirazione attraverso una raccolta di concetti affrontati da scrittori e scrittrici come Emily Dickinson, Mary Shelley, Ernest Hemingway, Robert Louis Stevenson.
La maggior parte delle poesie, dei pensieri e delle opere prendono forma e diventano materia dall’ispirazione. Ma nell’era della digitalizzazione e delle nuove tecnologie i social sono diventati i contenitori di senso e di significato, trasformando gli stili di vita e la società. Tuttavia, i social non offrono il senso delle cose a causa della loro velocità e del flusso informativo. Rendendo difficile l’ispirazione e l’esercizio al pensiero critico.
La seconda parte della serata viene dedicata a un dialogo tra le filosofe Giuliani e Oates, in cui si sono affrontati i testi principali dell’autrice americana. Al centro del dibattito ci sono stati temi come l’adolescenza, l’evoluzione umana e il vampirismo. Tutti concetti che l’autrice affronta nei suoi testi più famosi.
“C’è stato un paradigma della realtà. Le visione periferiche sono diventate quelle centrali. Adesso noi mettiamo in discussione il cuore stesso della nostra realtà”. La dualità della vita e delle nostre percezioni sono perfettamente descritti in Babysitter, il libro in cui Oates rende visibili due universi: uno sociale verso cui noi ci presentiamo e uno in cui c’è l’Io segreto dove siamo più riconoscibili.
L’intera serata è stata accompagnata da intervalli musicali a cura del duo Archivio Futuro.