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Folklore, la voce del popolo: otto incontri dedicati

Il termine “folclore” o “folklore” racchiude l’insieme di tutte le forme di  cultura popolare, quindi le tradizioni tramandate spesso oralmente, gli usi e i costumi, i miti, le fiabe e le leggende, le filastrocche, i proverbi e le credenze popolari, la musica, il canto, la danza, il tutto riferito a una determinata area geografica. In Italia l’argomento trova terreno fertile poiché, anche grazie all’eterogeneità con la quale il nostro paese si è sviluppato, le tradizioni popolari variano molto da regione a regione.

L’Università La Sapienza, attraverso la collaborazione di diversi dipartimenti, anche di atenei non romani, e col contributo di grandi nomi attivi nel ramo degli studi demoetnoantropologici ha dato vita a un progetto tutto dedicato al folklore: si tratta di un seminario composto da otto incontri, intitolato “Parole chiave su Folklore, Demologia, Cultura popolare, Tradizioni contadine…”.
Ogni incontro ha come tema una parola chiave ed è strutturato su un’opera classica di rilevanza, che viene presa in esame e commentata dai relatori di volta in volta ospiti.

Il primo appuntamento si è svolto nella giornata di ieri, martedì 28 febbraio, presso l’Edificio di Lettere a Piazzale Aldo Moro, portando come oggetto di analisi le opere “Il folklore” di Antonio Gramsci e “Il folklore progressista” di Edoardo de Martino.
Ad aprire l’evento è Antonello Ricci, professore di Discipline demoetnoantropologiche che si è occupato dell’organizzazione del seminario, e lascia la parola a Enzo Vinicio Alliegro, ricercatore antropologico e insegnante di metodologia e storia della ricerca all’Università di Napoli Federico II. Alliegro, attivissimo nel settore della ricerca, ha sviscerato molti nodi presenti nel pensiero di De Martino, portando a esempio tratti delle sue opere e ricostruendo un excursus cronologico dettagliato del suo pensiero.

In un secondo momento, Luigi Maria Lombardi Satriani, antropologo politico italianoSenatore della Repubblica Italiana nella XIII legislatura e conferito di laurea ad honorem in filologia moderna, risponde in parte agli interrogativi posti da Alliegro e ha arricchito l’incontro con molte preziose riflessioni: i riflettori si accendono anche sull’opera di Gramsci e il confronto tra i due autori diviene il fulcro centrale del discorso. Nonostante la grande stima che il professore nutre nei confronti di De Martino, ricorda di “non fare idoli”, sostenendo che “gli studiosi non hanno l’obbligo della coerenza” e che quindi possono incappare in contraddizioni. “Certo, sarebbe stato bello” aggiunge sorridendo.
L’ultima parte dell’incontro ha visto Eugenio Testa, ricercatore delle teorie e delle pratiche dell’antropologia, aprire il dibattito e dare la parola alle varie voci presenti in aula e alle domande che si sollevavano dal pubblico.

Il seminario, aperto al pubblico, è rivolto a specializzandi, dottorandi, studenti di laurea magistrale e di laurea triennale, e la partecipazione da diritto all’acquisizione di CFU.
Il prossimo appuntamento si svolgerà martedì 21 marzo, alle ore 15. Al seguente link è disponibile il programma.

Giulia Baldino

L’intervento di Luigi Maria Lombardi Satriani

 

 

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