A partire dal 1969 giugno è il mese internazionale del gay pride, una manifestazione che ha come scopo quello di celebrare i diritti e le conquiste ottenute nel corso del tempo dalla comunità LGBT, termine utilizzato per riferirsi a persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Il movimento nasce negli Stati Uniti con i moti di Stonewall, una serie di violenti scontri tra il corpo di polizia di New York e i primi gruppi di omosessuali, che avvennero appunto nel giugno, da quel momento scelto come mese rappresentativo dell’orgoglio LGBT.
Tra le conquiste più importanti ottenute dalla comunità ci sono la libertà di poter esprimere il proprio orientamento sessuale, la lotta contro le discriminazioni di genere e sessuali e la possibilità in alcuni Paesi di celebrare unioni civili tra persone tra persone dello stesso sesso e di adottare bambini.
In Italia l’approvazione della legge Cirinnà, avvenuta nel maggio 2016, ha riformato il diritto della famiglia introducendo anche nel nostro paese le unioni civili tra persone maggiorenni delle stesso sesso; la prima di queste è stata celebrata il 9 agosto del 2016 nel comune di Castel San Pietro (Reggio Emilia).
Quest’anno l’epidemia relativa alla diffusione del virus Covid 19 ha impedito l’organizzazione dei tradizionali cortei e parate per le strade di tutto il mondo caratterizzate da carri colorati, balli e canti. Per la prima volta a Roma così come nelle altre città italiane, dopo 26 anni non si sono svolte le caratteristiche manifestazioni e sfilate.
Nella maggior parte dei paesi del mondo sono stati organizzati eventi online di diverso tipo che hanno visto la partecipazione di milioni di utenti: tra questi ricordiamo quello svolto sulla pagina Facebook di Roma Pride dal 13 al 28 giugno; ogni giorno persone comuni (medici, studenti, attivisti) hanno raccontato la loro storia personale e denunciato episodi di discriminazione di vario genere.