Un dibattito speciale quello avvenuto oggi 28 aprile, presso l’Aula Mauro Wolf del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale. Tra i tanti temi toccati, una particolare attenzione è stata rivolta ad alcune riflessioni ed esperienze di ricerca su genere e media nel più ampio contesto mediale italiano.
Il seminario è partito dal tema fondamentale sollevato dalla rivista Journal of Italian Cinema e Media Studies “Gender issues: Trajectories of change in the Italian mediascape”.
L’incontro ha visto la presenza di alcune prestigiose figure accademiche nell’ambito degli studi di genere: Flavia Laviosa della Wellesley College, Milly Buonanno dell’Università Sapienza di Roma, Antonietta De Feo dell’Università di Roma Tre e infine Franca Faccioli dell’Università Sapienza di Roma.
Flavia Laviosa ha esordito con il racconto della nascita della rivista da lei fondata, la Journal of Italian Cinema and Media Studies, preziosissima pagina culturale estera sul valore del patrimonio cinematografico e artistico italiano. La studiosa racconta che la rivista nacque in occasione della 20° International Screen Studies Conference tenutasi in Scozia nell’Università di Glasgow tra il 2 e 4 luglio del 2010. In quella specifica situazione Laviosa si rese conto dell’evidente mancanza di una rivista dedicata esclusivamente al cinema italiano, e così, colse la palla al balzo e fece sì che la rivista vide la luce circa un anno dopo quella conferenza.
Fu di straordinaria importanza l’incontro con l’editore della casa editrice Intellect Masoud Yazdani che fu lo slancio decisivo per la pubblicazione della rivista. Rivista che ha il pregio di far conoscere la ricchezza del valore del cinema italiano fuori dai confini nazionali, esaminando l’Italia come un vero e proprio luogo geo-culturale, fonte principale per un dibattito contemporaneo sul cinema definito transnazionale. Obiettivo ulteriore è quello di ricreare una discussione critica sui grandi autori del cinema italiano e sulla scoperta e valorizzazione di quelli contemporanei. Una rivista che non rincorre affatto il successo economico ma che vuole, invece, attraverso il lavoro e lo studio di molti ricercatori, tra i quali molti si annoverano tra le fila accademiche dell’Università Sapienza, supportare e accrescere il prestigio della cultura italiana.
Dopo il contributo di Flavia Laviosa è stato il turno di Milly Buonanno, sociologa e professoressa benemerita dell’Università Sapienza, è stata tra le prime ad occuparsi a livello accademico in Italia degli studi di genere nell’ambito giornalistico e dello studio delle produzioni seriali televisive. Con lei l’attenzione è stata rivolta sull’importanza degli studi di genere e media in Italia e di quanto questi ultimi abbiano avuto storicamente un andamento altalenante. Il movimento femminista negli anni settanta diede una spinta propulsiva di innovazione e cambiamento molto forte nella società civile italiana ma non solo, e anche la sfera accademica sulla scia di queste pressioni vide una stagione molto prospera. Poi, ci fu un crollo di interesse e di produzione vertiginoso negli anni ottanta che ebbe un impatto notevole, sia a livello nazionale che internazionale. Da qui una una nuova risalita avvenuta intorno agli anni ’90 laddove si è nuovamente ricominciato a parlare di una diade molto discussa, quella del femminismo e del genere nei media.
Terminata l’illuminante descrizione del panel e degli obiettivi che intende perseguire, la parola passa ad Antonietta De Feo, Ricercatrice e Professoressa a Roma Tre e docente del corso Gender e Media nella Laurea in DAMS, in quanto discussant dell’evento. Attraverso una lettura critica dei saggi oggetto del seminario, la Professoressa De Feo ne ripercorre i temi centrali, attualizzandoli e ponendoli in relazione alle istanze dettate dalla cultura moderna.
Cresce la produzione accademica nel settore della ricerca riguardo il ruolo del genere e aumenta il numero di studenti, come racconta nell’intervista allegata la stessa De Feo, sintomo della marcata esigenza di conoscere ed indagare il fenomeno del genere e le molteplici dimensioni sociali che inevitabilmente influenza. L’analisi omaggia scienziate e geni come Luisa Spagnoli, affronta temi quali corpo femminile e cultura visuale, per culminare in un messaggio di “ottimismo temperato” per l’evoluzione della disciplina e dell’attenzione sociale ed accademica per essa.
In conclusione del seminario la professoressa Franca Faccioli, firma insieme a Milly Buonanno del paper “Gender Issue: Trajectories of change in the italian mediascape”, analizza l’odierno complesso rapporto con le istituzioni e pone l’accento sulla multi presenza della donna, riprendendo la celebre doppia presenza di Laura Balbo volta ad indicare il doppio ruolo delle donne nella società capitalista: riproduttivo nella sfera familiare e produttivo nella dimensione sociale. Sempre più compiti e mansioni vengono richiesti alle donne, e sempre più lunga la lista di requisiti che devono soddisfare.
Spunto di riflessione affascinante deriva dalla continua riduzione al gossip nel mondo dei media di cui spesso proprio l’emisfero femminile cade vittima o ne rappresenta il carnefice, il gossip diventa modo di rappresentare e di rappresentarsi. Risulta necessario acquisire quindi consapevolezza circa la difficoltà e le insidie che accompagnano il rapporto tra genere e mass media e sul potere che questi ultimi esercitano.
Luogo principe della produzione critica proprio l’Università, che dà voce e sostanza ad idee scevre da da qualunquismi e discriminazioni.
Abbiamo approfondito certi aspetti e temi con alcune protagoniste del seminario. Qui, potete ascoltare le interviste:
Intervista Milly Buonanno
Intervista Franca Faccioli
Intervista Antonietta De Feo
Articolo e interviste a cura di Veronica Brunetti e Valerio Autori