Ieri, 17 gennaio 2023, si è svolta presso l’aula II di Villa Mirafiori una lezione tenuta dal professor Pietro Secchi, esperto di filosofia rinascimentale. L’incontro si inserisce nell’ambito del Seminario permanente di Storia della filosofia del Dottorato in Filosofia, dedicato quest’anno a “Teologia politica e democrazia moderna”. L’evento aveva il titolo Giordano Bruno tra teologia e politica. Con alcune riflessioni sulla democrazia. Il professor Secchi ha aperto la lezione introducendo la figura di Giordano Bruno, filosofo italiano vissuto nel XVI secolo, le cui teorie furono poi giudicate eretiche dal Tribunale dell’Inquisizione dello Stato Pontificio.
Si tratta di un filosofo dotato di un’enorme consapevolezza di sé e del proprio ruolo, un uomo senza maschere che non si è mai fatto problemi ad esprimere il proprio pensiero. Le sue idee filosofiche sono ben visibili sin dalla sua primissima opera: il Candelaio, una commedia degli equivoci.
Il professore ha poi illustrato come Bruno fosse in contrasto con il pensiero di Aristotele. Quest’ultimo sarebbe infatti colpevole di aver separato la parola dalla fisica, teoria che avrebbe permesso poi successivamente al Cristianesimo di sviluppare la figura del “Dio sovrano”, un principio che può capovolgere il mondo da un momento all’altro. Ed è proprio questa teoria del “Dio sovrano” che ha portato alla guerra delle religioni per Bruno.
Quando si pone la verità al di fuori della natura quest’ultima viene distrutta, non c’è conciliazione tra uomo e Dio per il filosofo. Bruno non teorizza la fine, crede nella reincarnazione che non è regolata da un giudice superiore, ma è determinata dall’atteggiamento che l’uomo porta avanti in vita. Secondo il suo pensiero qualunque forma di vita è intelligente, ma si perde la memoria delle vite precedenti. Non c’è mai la disperazione per lui.
Il professor Secchi ha poi spiegato come in Bruno la democrazia in senso moderno sia inconcepibile. Da qui è scaturita una riflessione sull’ineducabilità delle masse, un punto stridente nel suo pensiero. Il filosofo ontologicamente garantisce la possibilità di educare le masse, poiché tutti hanno un’intelligenza, però concretamente risulta effettivamente impossibile.
A cura di Ludovica Nolfi