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Giornalismo e parole: un viaggio nell’evoluzione senza fine

Il Quotidiano è da sempre luogo dove la lingua può esprimere la sua varietà riguardo lo stile, il genere ; una varietà sottolineata ed esaltata dalla veste grafica del quotidiano stesso che guida e orienta l’occhio, creando una gerarchia nella pagina e nei contenuti. La combinazione di testo e immagini si presenta contemporaneamente al lettore, creando una complessa rete di riferimenti che i semiologi chiamano interdiscorsività. Nel giornale emerge un lessico di provenienza varia dall’economia allo sport ed è proprio al suo interno che avviene lo scambio costante fra lingua parlata e lingua scritta.

Il linguaggio utilizzato nei giornali rappresenta spesso un importante documento che, nel contesto della comunicazione letteraria, si adatta all’esigenza di confrontarsi con una realtà in continua evoluzione. Questo linguaggio si riorganizza, cercando di bilanciare differenti tendenze stilistiche, con l’obiettivo di rendere il testo più accessibile e ampliare il pubblico dei lettori. La scrittura giornalistica è inoltre profondamente influenzata dal mezzo: è il caso per esempio dell’introduzione del telegrafo nel 1866 o del telefono nel 1881 in Italia fino ad arrivare ai nuovi mezzi di trasmissione del web.

E’ alla fine del XIX secolo che in Italia iniziano la loro storia testate come : La Stampa di Torino (1867), Il Corriere della Sera di Milano (1876) e il Resto del Carlino di Bologna del 1885. Nascono le grandi agenzie internazionali e i giornali raggiungono tirature considerevoli. A partire da questo momento, si può parlare di scrittura giornalistica in senso moderno, intesa come il risultato del lavoro di una redazione che rielabora notizie di agenzia per un giornale. In questo contesto, la grafica, i titoli e le immagini iniziano a rivestire un ruolo sempre più significativo.

Dal punto di vista storico linguistico si documenta il progressivo affiancamento della lingua scritta da modelli prevalentemente letterari alla ricerca di una prosa duttile, più snella e capace di confrontarsi con problemi ed esperienze nuove.

Anche oggi i giornali attestano spesso un lessico nuovo che proprio nel quotidiano trova via di diffusione. E’ il caso ad esempio di “non luogo” concetto chiave dell’antropologia contemporanea , termine introdotto da Marc Augè un antropologo, etnologo, scrittore e filosofo francese.  Si riferisce a spazi fisici che a differenza dei luoghi tradizionali carichi di identità, relazioni e storia, sono caratterizzati dall’assenza di questi elementi.

Così come i giornali anche la figura del giornalista cambia nel tempo  da uomo di lettere che scrive occasionalmente sui giornali confinato nell’imparzialità e nell’oggettività , consapevole del nuovo ruolo di mediatore nella comunicazione comincia ad avere un percorso professionale. Torelli ha evidenziato nel 1890 che il giornalista non è il padrone del pubblico ma il suo più grande servitore .

Dopo le esperienze settecentesche dei caffè e dei salotti che oltre alle accademie diventavano luoghi deputati al commercio delle idee e favoriscono la diffusione e la proliferazione delle testate e l’affermazione di un giornalismo nuovo non più strettamente vincolato alla cultura libresca, ma capace di dialogare con un pubblico consapevole e desideroso di partecipare al dibattito delle idee e di avere accesso alle nuove conoscenze e in tal senso il giornalismo assumerà anche una funzione educativa del popolo.

L’orientamento pedagogico del giornalismo si affermerà come un elemento distintivo della stampa politica italiana nel corso dell’800, trovando espressione nei giornali mazziniani come L’Italia del Popolo del 1848 e La Giovane Italia del 1832-34.

La vera rottura è costituita dalla nascita nel 1976 del quotidiano La Repubblica di Eugenio Scalfari che in maniera estrema si può dire rappresenti la presa d’atto da parte della carta stampa di convivere con la televisione divenuta ormai la fonte di informazione principale degli italiani. Questo accade anche nell’era moderna dove la stampa ha sfruttato la possibilità del web aprendo edizioni online dei quotidiani che vengono rapidamente e costantemente aggiornate. I giornali si aprono ad un rapporto più immediato lasciando maggiore spazio anche critico al giornalista , ospitando innovazioni, tecnicismi evolvendosi in una sintassi rapida e funzionale.  Anche le titolazioni si evolvono passando dalla funzione di classificazione degli argomenti e rubriche fisse ad una titolazione più coerente con l’articolo spesso nel tentativo di aggiungere un’intonazione emotiva alla notizia e in questo modo destare l’attenzione del lettore.

L’articolo online si inserisce in una cornice ipertestuale multimodale, dove la pagina virtuale diventa il punto di partenza per molteplici percorsi possibili. Questa struttura fluida si frammenta in una varietà di soluzioni, creando un’ambiguità intenzionale nei confini, ricca di allusioni e connotazioni.

 

Fonte: Giornalismo di Francesca Gatta in Storia dell’Italiano Scritto , III Italiano dell’uso , Carocci Editore (2014)