Quanto può dare il giornalismo alla società? Lunedì 18 novembre durante la lezione del corso di Comunicazione Sociale ed Istituzonale della Sapienza del professor Binotto è intervenuto Ivano Maiorella, direttore del Giornale Radio Sociale.
Il giornalista ha esposto quelli che per lui sono i principi e gli obiettivi del giornalismo nell’ambito della comunicazione sociale, e del peso del terzo settore nella società. Negli ultimi anni è evidente come l’importanza di quest’ultimo abbia prevalso sugli altri due settori in ogni contesto, e Maiorella afferma che la sua influenza in campo strettamente sociale deriva da tre serbatoi: il volontariato, l’economia sociale (le cooperative, per fare un esempio) e le associazioni di promozione culturale, più precisamente le non profit.
Questi tre elementi producono lavoro, cultura, attività sociale e in Italia non è il periodo più roseo per argomenti simili, soprattutto quello lavorativo, ma il terzo settore continua ad evolversi e a creare posti di lavoro: proprio per questo merita di essere esplorato più degli altri.
Dopo questa introduzione, il giornalista si concentra sull’ esposizione di alcune parole chiave su cosa possa fare la comunicazione sociale. Le keywords sono avvicinare, intermediabilità, linguaggio, disponibilità e intergenerazione: un giornalista che si impegna nella comunicazione sociale deve essere capace di avvicinare al contesto sociale fatti non considerati notizie e renderli tali; deve essere capace di reinventarsi e adattarsi ad ogni situazione e in ogni contesto, anche il più imprevedibile; deve fare attenzione al linguaggio, ed utilizzare quello più opportuno sull’argomento; deve essere disponibile, ovvero scrivere in maniera veritiera ma anche empatizzare con le persone di cui parla; infine deve rapportarsi in modo elastico ai gap generazionali, oggi più che mai vista la distanza con cui si differenziano gli interessi mediatici.
Il discorso verte poi su un argomento ancora più importante nell’ambiente universitario in cui si è parlato, ovvero come NOI possiamo essere utili alla comunicazione sociale: servono relazioni con le fonti per avere un rapporto diretto con gli eventi raccontati e per questo bisogna andare sul campo, così da riportare i fatti nella maniera più verosimile possibile; bisogna essere competenti, reinventarsi, focalizzarsi in una direzione precisa per migliorare più rapidamente, e studiare il contesto di cui si scrive: se non si seguono queste direttive il giornalismo va in malora, tant’è che nell’era dei social le fake news sono sempre all’ ordine del giorno: penalizzano soprattutto le generazioni cresciute nel secolo scorso, e fanno ribrezzo quando supportate da politici e studiosi, soggetti che dovrebbero sostenere sempre la verità.
É questo il solo e unico obiettivo del giornalismo, che deve essere oggettivo, amorale e imparziale, purché dica la verità.