25 Marzo 2025 è la Giornata internazionale in ricordo delle vittime delle schiavitù e della tratta transatlantica.
La schiavitù, letteralmente la condizione propria di chi viene considerato schiavo, esiste da millenni ma tra il XV e la fine del XIX secolo ha avuto luogo la deportazione di milioni di esseri umani dall’Africa alle Americhe: la tratta transatlantica degli schiavi.
Le origini della tratta
Dopo la conquista europea del continente americano, da parte di Spagna, Portogallo, Inghilterra, Francia e Paesi Bassi, le popolazioni indigene si ridussero drasticamente.
La causa principale erano le malattie portate nel Nuovo Mondo dai colonizzatori, prima fra tutte il vaiolo.
La conseguenza principale dell’aumento della mortalità per i dominatori era l’assenza di forza lavoro nelle miniere e nelle piantagioni di caffè, cacao, cotone, tabacco e canna da zucchero.
La soluzione fu proprio “l’importazione” di schiavi dal continente Africano verso le colonie americane.
Non esiste ancora certezza sul numero di esseri umani che furono deportati e venduti ma L’Enciclopedia Britannica stima che si aggirino tra i 9 e i 10 milioni di donne, uomini e bambini.
La maggior parte degli storici contemporanei aumenta questa stima a 12 milioni.
Nel continente africano la condizione schiavistica era ampiamente consolidata a causa della debolezza strutturale dei suoi Stati e sussisteva già una tratta araba.
Dopo la cattura gli schiavi erano condotti dai loro razziatori africani verso le linee costiere per poi essere venduti o barattati agli europei.
Il viaggi verso le Americhe poteva durare da uno a sei mesi, in base alle condizioni meteorologiche ed era molto comune morire prima di giungere a destinazione per via dello stato disumano in cui versavano le navi negriere.
Chi sopravviveva conduceva il resto della propria vita come schiavo domestico o impiegato nelle piantagioni sotto le violenze fisiche, sessuali e psicologiche dei proprietari.
La tratta transatlantica degli schiavi fu abolita dagli Stati Uniti l’1 Gennaio 1808 mentre in Inghilterra lo Slave Trade Act venne abolito il 25 Marzo dell’anno precedente.
L’abolizione della tratta non comportò l’illiceità della schiavitù.
Una pesante eredità storica
Il programma di sensibilizzazione sulla tratta transatlantica degli schiavi venne realizzato nel 2007 con l’adozione della risoluzione 62/122 dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazione Unite.
L’istituzione di questa giornata, prevista nella risoluzione, oltre a fungere da riconoscimento di un passato storico comune, ha lo scopo di sollecitare una riflessione sulle false narrazioni di supremazia bianca e superiorità razziale che sono derivate dalla tratta.
Le conseguenze del commercio transatlantico di schiavi impattano ancora oggi la società e la vita delle persone di origine africana.
Le eredità di questa tragedia sono il razzismo di cui ancora oggi i cittadini africani sono vittime e la condizione di 40 milioni di persone in tutto il mondo, definite “schiavi moderni”, costrette a lavori forzati, matrimoni forzati, lavoro domestico e tratta di esseri umani.
“Non credo che il più grande male della schiavitù fossero la sottomissione e la brutalità del lavoro forzato, queste cose erano orribili, ma il più grande male della schiavitù è stata la narrativa che abbiamo creato per giustificarla” ha dichiarato Bryan Stevenson, fondatore dell’organizzazione no profit Equal Justice Initiative, in occasione dello scorso 25 Marzo.
Nel 2015 l’ONU ha realizzato a New York un mausoleo permanente per il memoriale delle vittime della tratta transatlantica intitolato “The Ark of Return”.

Autore: Maria Risa