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Giornata mondiale contro la violenza sulle donne – Mai più complici

Mercoledì 25 novembre, Sapienza Università di Roma aderisce alla “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” con un evento di riflessione e condivisione, proposto dal Comitato Unico di Garanzia. Introduce i lavori il rettore Eugenio Gaudio, il direttore generale Carlo Musto D’Amore, la delegata del Rettore per le pari opportunità Giuliana Scognamiglio, la presidente del Comitato Unico di garanzia del personale tecnico-amministrativo Daniela Magrini e Francesca Bagni Cipriani, Consigliera Nazionale di Parità effettiva. In aula magna, dalle 11 alle 11.30, la pièce di Cristina Comencini sul femminicidio L’amavo più della sua vita”, con Irene Petris ed Edoardo Natoli, per la regia di Paola Rota. Un lavoro teatrale inteso, non per commemorare le vittime, ma per favorire una riflessione più profonda sulla “normalità” della violenza e perciò sulla sua pericolosa vicinanza, sulla necessità di uscire da ogni atteggiamento di sottovalutazione e rassegnazione per non essere ‘mai più complici’, né come individui, né come istituzioni. In particolare l’attenzione sarà rivolta a quanto si sta già realizzando da parte delle varie Istituzioni dello Stato e a quanto ancora occorra fare per una piena assunzione di responsabilità. A seguire una tavola rotonda a cui parteciperanno Cristina Comencini scrittrice e regista, Maria Monteleone magistrato, Fabrizia Giuliani deputata della Repubblica, Vittoria Doretti membro tavolo interministeriale “Codice rosa”, Annalisa Perrotta docente Sapienza. Il coordinamento sarà di Maria Serena Sapegno, docente della Sapienza. Concluderà i lavori Mario Morcellini, prorettore alle Comunicazioni istituzionali. L’Ateneo supporta anche la campagna internazionale di sensibilizzazione “Orange the world: end violence against women and girls”, promossa dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, illuminando di arancione la fontana della Minerva e i Propilei situati all’ingresso principale dell’Ateneo. La manifestazione vuole, da una parte, incoraggiare un’interrogazione individuale e collettiva sui meccanismi relazionali che producono la violenza contro le donne e la nascondono, dall’altra mettere a fuoco cosa può e deve fare l'Università come ente dedito alla formazione e alla qualificazione professionale. In particolare l’attenzione è rivolta a quanto si sta già realizzando da parte delle diverse istituzioni dello Stato e a quanto ancora occorra fare per una piena assunzione di responsabilità. La Giornata è stata istituita dall'Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999. I dati dell'Onu rivelano che il 35% delle donne nel mondo ha subito una violenza fisica o sessuale. In Italia, secondo dati Istat di giugno 2015, 6 milioni 788 mila donne hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica o sessuale. Si tratta del 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni, quasi una su tre. Non mancano nel nostro Paese leggi contro la violenza di genere, come la Legge 119 del 15 ottobre 2013, e spesso per combattere questo fenomeno sempre più radicalizzato entrano in campo i molteplici centri Antiviolenza presenti sul territorio, ma occore introdurre, già dalla scuola primaria, nei programmi scolastici l'educazione alle relazioni non discriminatorie e il rispetto delle differenze di genere.

Mercoledì 25 novembre, Sapienza Università di Roma aderisce alla “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” con un evento di riflessione e condivisione, proposto dal Comitato Unico di Garanzia.

Introduce i lavori il rettore Eugenio Gaudio, il direttore generale Carlo Musto D’Amore, la delegata del Rettore per le pari opportunità Giuliana Scognamiglio, la presidente del Comitato Unico di garanzia del personale tecnico-amministrativo Daniela Magrini e Francesca Bagni Cipriani, Consigliera Nazionale di Parità effettiva.
In aula magna, dalle 11 alle 11.30, la pièce di Cristina Comencini sul femminicidio L’amavo più della sua vita”, con Irene Petris ed Edoardo Natoli, per la regia di Paola Rota. Un lavoro teatrale inteso, non per commemorare le vittime, ma per favorire una riflessione più profonda sulla “normalità” della violenza e perciò sulla sua pericolosa vicinanza, sulla necessità di uscire da ogni atteggiamento di sottovalutazione e rassegnazione per non essere ‘mai più complici’, né come individui, né come istituzioni. In particolare l’attenzione sarà rivolta a quanto si sta già realizzando da parte delle varie Istituzioni dello Stato e a quanto ancora occorra fare per una piena assunzione di responsabilità. A seguire una tavola rotonda a cui parteciperanno Cristina Comencini scrittrice e regista, Maria Monteleone magistrato, Fabrizia Giuliani deputata della Repubblica, Vittoria Doretti membro tavolo interministeriale “Codice rosa”, Annalisa Perrotta docente Sapienza. Il coordinamento sarà di Maria Serena Sapegno, docente della Sapienza. Concluderà i lavori Mario Morcellini, prorettore alle Comunicazioni istituzionali.
L’Ateneo supporta anche la campagna internazionale di sensibilizzazione “Orange the world: end violence against women and girls”, promossa dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, illuminando di arancione la fontana della Minerva e i Propilei situati all’ingresso principale dell’Ateneo. La manifestazione vuole, da una parte, incoraggiare un’interrogazione individuale e collettiva sui meccanismi relazionali che producono la violenza contro le donne e la nascondono, dall’altra mettere a fuoco cosa può e deve fare l’Università come ente dedito alla formazione e alla qualificazione professionale. In particolare l’attenzione è rivolta a quanto si sta già realizzando da parte delle diverse istituzioni dello Stato e a quanto ancora occorra fare per una piena assunzione di responsabilità.
La Giornata è stata istituita dall’Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999. I dati dell’Onu rivelano che il 35% delle donne nel mondo ha subito una violenza fisica o sessuale. In Italia, secondo  dati Istat di giugno 2015, 6 milioni 788 mila donne hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica o sessuale. Si tratta del 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni, quasi una su tre. Non mancano nel nostro Paese leggi contro la  violenza di genere, come la Legge 119 del 15 ottobre 2013, e spesso per combattere questo fenomeno sempre più radicalizzato entrano in campo i molteplici centri Antiviolenza presenti sul territorio, ma occore  introdurre, già dalla scuola primaria, nei programmi scolastici l’educazione alle relazioni non discriminatorie e il rispetto delle differenze di genere.

Nicoletta Petrillo