Giovedì 4 maggio si è svolto presso la SSAS, la Scuola Superiore di Studi Avanzati (complesso Regina Elena, edificio D), l’incontro seminariale dal titolo “Un terremoto demografico: l’Impero Ottomano 1774-1923”. La Scuola superiore di studi avanzati è un organismo che offre ad allieve e allievi iscritti a un corso di studio della Sapienza un percorso formativo complementare di alta qualificazione, che si affianca e integra i percorsi curriculari con corsi e attività avanzate di carattere disciplinare e interdisciplinare.
L’evento è stato curato dal professore Fabio Grassi, Junior Fellow SSAS, Classe Accademica degli Studi Umanistici e docente di Storia delle Relazioni Internazionali. Ad aprire l’incontro è stata la professoressa Maria Carmela Benvenuto, docente di Linguistica e Glottologia, che prima di introdurre il tema trattato nel corso del seminario ha presentato il professor Fabio Grassi e il lavoro da lui svolto, principalmente in ambito accademico.
“Un’operazione di ingegneria e di chirurgia demografica”, così il professore al principio del seminario da lui condotto ha definito l’argomento trattato nel corso: il tema trattato, infatti, ha analizzato da un’ampia e precisa visione della Storia eventi e fatti storici che sono avvenuti tra il 18° e il 20° secolo di cui i movimenti migratori (forzati, nella maggior parte dei casi) delle popolazioni dell’impero Ottomano sono stati protagonisti. Il “terremoto” che il titolo ci presenta è da intendere in senso collettivo, come uno “sciame di sismi” e dunque in senso di continuità e interconnessione tra gli eventi storici che si sono susseguiti nel corso degli anni.
Principiando dalla guerra tra l’impero zarista e l’impero ottomano e dai Trattati di Pace che sono seguiti, il seminario ha percorso un itinerario nella storia tra popoli e culture orientali: dall’esodo delle popolazioni turcofone e musulmane dopo la conquista russa della Crimea (con una significativa trasformazione del panorama demografico), ai massacri attuati in territorio caucasico, con operazioni di rastrellamento e convogliamento delle popolazioni verso i porti, che ha portato alla diaspora dei Circassi, avvenuta attraverso il corridoio centrale dell’Anatolia o dei Balcani. Tali vicende – ha affermato il professore – si trovano in uno strettissimo rapporto con la successiva tragedia degli Armeni.
La mancanza di documentazione storica e di letteratura occidentale riguardo i Curdi e i Circassi, che hanno avuto un ruolo preponderante all’interno del contesto della tragedia armena, è stata sottolineata e ribadita dal professore, che ha ricordato come un’omissione di narrazioni storiche sia fuorviante nella comprensione della Storia stessa. Nella parte finale dell’incontro, il fulcro della lezione seminariale si è quindi focalizzato sul ruolo dello storico e della Storia, ricordando che il fine ultimo della ricerca storica non è la ricerca del bene o del giusto, ma è unicamente la ricerca della verità sotto ogni prospettiva, senza che questa venga influenzata da scopi etici e battaglie culturali.
L’incontro seminariale si inserisce all’interno del corso interdisciplinare della Scuola superiore di studi avanzati Migrazioni. Corpi, frontiere, spazi. che è stato organizzato in 11 incontri a carattere seminariale e di dialogo e che si concluderanno il prossimo 18 maggio 2023.