Nell’episodio di Post-It Attualità del 10 novembre 2022 dal minuto 59 potete recuperare l’intervista che ho svolto, assieme a Bernardino Ziccardi, al direttore del Roma Jazz Festival Mario Ciampà. Tra gli argomenti e gli artisti citati nella chiaccherata, Mario Ciampà ha detto che la serata trainante del festival sarebbe stata quella di sabato 12 novembre alle 21.00 nella sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, con l’esibizione degli Spyro Gyra, sottolineando come molti giovani non li conoscessero. Ammetto che in effetti anch’io non li conoscevo e incuriosito ho deciso di andare a vederli e recuperare la loro storia.
Gli Spyro Gyra sono una band jazz fusion, uno stile che nasce dalla commistione di jazz ed altri generi popolari, come in particolare il rock, ma anche il blues, R&B, pop, funk e reggae. Quasi 50 anni di carriera alle spalle, oltre 10milioni di album venduti e più di 30 album all’attivo, la band è stata fondata nel 1974 dal sassofonista americano Jay Beckenstein (ancora leader del gruppo) e dal tastierista Jeremy Wall (non più membro della band da fine anni ’80). Il loro nome viene da quello di un’alga, la spirogyra, scritta erroneamente Spyro Gyra dal proprietario di un bar in cui hanno suonato, trasformando quell’errore nel proprio nome fino ad oggi.
Nel corso del live, durato quasi due ore, la band composta da Jay Beckenstein al sassofono e tromba (a volte suonate contemporaneamente), Tom Schuman alle tastiere, Julio Fernández alla chitarra elettrica, Scott Ambush al basso e Lionel Cordew alla batteria, ha suonato nove gig dallo sconfinato e vario repertorio composto in oltre 40 anni di carriera, spaziando da brani composti da vari membri del gruppo.
Walk the Walk dei primi anni ’90, Groovin for Groover dei primi 2000, il fusion di Captain Karma, uno dei primi classici anni ’70 come Shaker Song, ballad anni ’80 come I Believe in You, le influenze funky di Cockatoo, la cumbia sudamericana di De la Luz (con il sorprendente cantato in spagnolo da parte del chitarrista), e la cover degli Squeeze di Tempted by the Fruit of Another, il concerto degli Spyro Gyra è un viaggio nel tempo che cattura generi e stili diversi.
Già dalle primissime note di Walk the Walk ci si rende conto di come la band sia composta non solo da grandi musicisti ma anche da dei performer eccezionali. Si vede che suonano assieme da tanti anni e che hanno alle spalle anni e anni di concerti, mostrando tra loro una grande intesa, che si vede in particolare nei duetti in cui due membri effettuano estenuanti botta e risposta (impossibile non nominare quello tra basso e batteria in Cockatoo e quello tra chitarra e sassofono in I Believe in You) e quando durante alcuni assoli di un membro del gruppo un altro riesce ad attaccarsi sul finale alla perfezione.
La band riesce a trasmettere grande carica e divertimento, coinvolgendo la sala dell’auditorium piena fino alla galleria, che batte le mani a tempo, fischia ed esulta ad ogni assolo. I visual alle spalle dei musicisti seguono il ritmo della musica in maniera vivida, innalzandosi in picchi di luce e alternandosi in una danza di colori. Un concerto unificante e divertente, dove genitori e figli possono entusiasmarsi allo stesso modo, chi con un pizzico di nostalgia, e chi alla riscoperta di una band dalla lunga e importante storia.