Arte e Cultura continuano ancora ad intrecciarsi in un’esplosione di colori per entusiasmare la società, stavolta attraverso la storia dell’arte del Novecento.
Il progetto “Klimt. La Secessione e L’Italia” è stato un ottimo lavoro per onorare l’operato del più significativo artista austriaco della secessione viennese: Gustav Klimt.
L’evento chiude con un record di 235.050 visitatori, confermandosi come uno dei maggiori eventi espositivi degli ultimi anni a Roma Capitale.
La mostra ha attirato molti, non solo fra intenditori, ma anche studenti e turisti, diventando un’esperienza ideale da vivere, dove gli utenti colgono ogni aspetto pubblico e privato dell’autore attraverso i suoi affreschi come rappresentazione dell’animo.
L’esposizione si è svolta presso Palazzo Braschi in Piazza di San Pantaleo, 10, dal 27/11/21 al 27/03/22, tutti i giorni della settimana. Era possibile accedere alla mostra tramite prenotazione su -VivaTicket- con un prezzo accessibile: dai 13 agli 11 euro.
Il progetto ha sottolineato il ruolo dell’artista all’interno della Secessione viennese e ha indagato il rapporto con l’Italia, rievocando i suoi viaggi e i suoi successi.
Klimt ritorna in Italia portando con sé non solo gli eventi storici del suo tempo, ma anche gli artisti della sua cerchia, rappresentati da oltre 200 opere tra dipinti, manifesti d’epoca e sculture.
I suoi capolavori sono stati prestati dal Belvedere di Vienna, dalla Klimt Foundation e dalle collezioni pubbliche e private come la “Neue Galerie Graz”, che permesso di ricostruire le tappe dell’intero bagaglio artistico dell’artista.
La mostra ha proposto al pubblico opere iconiche della vita del pittore come il famosissimo dipinto a olio su tela Giuditta I (1901) dove l’artista mostra tutta la sua spontaneità; la Signora in bianco (1917-18); Amiche I (Le Sorelle) (1907) e Amalie Zuckerkandl (1917-18).
Sono stati anche concessi prestiti eccezionali, come La sposa (1917-18), che per la prima volta lascia la Klimt Foundation, e Ritratto di Signora (1916-17), trafugato dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperato nel 2019.
Come capolavoro finale vi è l’opera il Fregio di Beethoven, l’impresa titanica dell’artista, sviluppato su tre pareti lungo circa 34 m, realizzato in occasione della XIV esposizione degli artisti aderenti alla Secessione viennese.
Il progetto “Klimt. La Secessione e L’Italia” è stata promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, co-prodotta da Arthemisia che ne ha curato anche l’organizzazione con Zètema Progetto Cultura, in collaborazione con il Belvedere e in cooperazione con la Klimt Foundation, e curata da Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna. L’esposizione ha visto come main sponsor Acea, special partner Julius Meinl e Ricola, partner Catellani & Smith, radio partner Dimensione Suono Soft ed è stata consigliata da Sky Arte.
Ripercorrendo le opere dell’artista come rappresentazione del percorso vitale emerge quanto l’arte sia cibo dell’animo e quanto la cultura sia un maestoso abito che l’artista indossa ad ogni sfumatura di colore, infatti, citando lo stesso autore “nessun settore della vita è tanto esiguo e insignificante da non offrire spazio alle aspirazioni artistiche”.