Ospitati nell’accogliente cornice dello spazio della Roma Lazio Film Commission alla Festa del Cinema di Roma, ieri mattina si è tenuta la premiazione del “Green Movie Award”, un progetto necessario promosso da Pentapolis Onlus e Eco in città. Attraverso il riconoscimento di opere che hanno rispecchiato i valori della sostenibilità, il progetto cerca di spingere verso una produzione cinematografica sostenibile e per un cinema che si faccia palcoscenico per la causa ambientale.
Marino Midena, Direttore Artistico del “Green Movie Film Fest” è stato il moderatore di questo incontro e nelle sue parole possiamo chiaramente riconoscere la missione del progetto: “Crediamo che questa alleanza (tra cinema e ambiente) si possa realizzare in due direzione: il film che parla di ambiente e il cinema che fa ambiente”. Ad accogliere i vincitori di questa edizione insieme a Midena, Massimiliano Pontillo Presidente Pentapolis e Cristina Priarone, Direttore Generale Roma Lazio Film Commission.
La regista Elisa Flaminia Inno è , insieme ad altri due vincitori, la vincitrice dell’edizione di questa edizione, la prima a salire sul parco e a ritirare il premio per il suo documentario “Donne di terra” che racconta la vita di cinque neo contadine che hanno lavorato per costruire un sistema di autoproduzione alimentare. Questo sistema ha dato vita ad una rete di scambi di prodotti con la comunità locale che ha permesso di avvicinare la campagna alla città in maniera concreta e di fornire un modello di sostenibilità riproducibile che deve diventare un esempio. La regista accenna alla volontà di far diventare questo documentario un format che possa essere ripetuto in altre regioni per raccontare le donne di terra dei loro territori: “Questo progetto nasce come un treno che vuole attraversare un lunghissimo viaggio per tutte le zone rurale in cui c’è un attività di ecofemminismo, abbiamo abbracciato questo termine per unire la questione di genere e la questione ambientale, per poter raccontare il paese dal punto di vista delle donne”, dice Inno.
A seguire sul palco sale il regista Claudio Cupellini, vincitore del Green Movie Award per la realizzazione de “La terra dei figli” un film distopico tratto dall’omonima graphic novel di Gipi, un racconto di un mondo ipoteticamente vicino al nostro in cui tutto è finito. In questo film c’è la “sensibilità di parlare di ipotesi che riguardano il nostro futuro, tra questa c’è un’ipotesi ambientale, una preoccupazione che nel momento in cui si mette come cornice un disastro ambientale, ci fa sempre più pensare al futuro che daremo ai nostri figli”. Figli, che come brillantemente spiega Cupellini, sono già molto attenti e consapevoli dei rischi che corriamo, spesso molto più degli adulti.
A chiudere la tripletta dei vincitori c’è il regista Matteo Rovere, non presente alla premiazione, a farne le veci e a ritirare il premio è salita sul palco Rossella Rovere. Rovere si è distinto per un progetto innovativo che la sua casa di produzione Groenlandia Film sta applicando alla serie televisiva “Romulus”, ad illustrare questo progetto era presente Lorenzo Vecchi COO di Zen 2030, la società benefit che si propone di portare l’industria dell’Audiovisivo italiano verso l’obiettivo delle zero emissioni nette entro il 2030. Vecchi ci spiega come non sia il momento di perdere tempo e come la sua società si stia concentrando non su cosa è possibile fare ma su cosa è necessario fare per preservare l’ambiente e con esso il nostro futuro. Quello che stanno facendo con Romulus è una scommessa enorme: “Stiamo lavorando con quello che abbiamo elaborato insieme all’Università Milano Bicocca, un ente pubblico che ci ha validato a livello scientifico il protocollo, e abbiamo creato il “Protocollo Zen” ad alto contenuto scientifico che include una quantità di innovazione che in questo momento in Italia non c’è. È un protocollo che si applica su sei categorie di impatto ambientale: la mobilità e i trasporti, l’energia, gli alloggi, la ristorazione, i materiali e i rifiuti. Per ognuna di queste categorie dobbiamo abbassare al massimo le emissioni, le dobbiamo calcolare a livello scientifico, le dobbiamo tradurre in emissioni e per tutte quelle che non siamo riusciti a ridurre dobbiamo compensarle attraverso progetti di afforestazione, riforestazione fatti in maniera certificata con criterio, ma anche con progetti di incentivi alla transizione energetica importantissima al fine della decarbonizzazione dell’economia globale”, ci spiega Vecchi.
Il “Green Movie Film Fest” rappresenta un’occasione per riflettere sul fatto che mentre la società si sta rendendo conto della crisi climatica che stiamo attraversando e con la quale ci scontreremo drasticamente, qualcuno sta già lavorando attivamente per cambiare le cose e per veicolare un messaggio importante, come nelle parole di Cristina Priarone:” Il fattore ambientale non riguarda altri, è un’attenzione che tutti devono avere, tutti sono chiamati ad un impegno imprescindibile”.
Intervista a Lorenzo Vecchi, COO Zen 2030
Quali sono le categorie tra le sei sopracitate nelle quali è stato maggiormente difficile agire?
Quello della sostenibilità rappresenta un nuovo campo di studi per i nostri studenti?