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I GIOVANI E L’EUROPA : primo appuntamento per un Europa Green

Un patto è un atto di fiducia. È scegliere di affidarsi nella speranza di non venire delusi.
Il Green Deal è un vero e proprio patto e con questo i giovani si sono affidati all’Europa, fiduciosi di poter vivere, e consegnare alle prossime generazioni, un mondo migliore. Ma l’interrogativo che rimane è: un’Europa Green, è solo un sogno o può diventare realtà ?

Da questa domanda, da cui prende il titolo l’evento, ha preso il via il primo degli appuntamenti di “I Giovani chiamano, l’Europa risponde”, organizzati da Area Agenzia in collaborazione con il Parlamento Europeo. Primo di tre giornate, l’evento si è svolto in data 29 gennaio 2024 , alle ore 15.00, presso Esperienza Europa – David Sassoli di Roma in Piazza Venezia e ha avuto come focus specifico il tema ambientale e le politiche dell’Unione Europea per la sostenibilità.

Chiamati a condividere diverse prospettive sulla questione della sostenibilità ambientale e sull’operato dell’UE, ospiti di questo panel sono stati : i due europarlamentari Camilla Laureti del Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici e in collegamento Salvatore De Meo, del Gruppo del Partito popolare europeo; Mihaela Gavrila, docente presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della  Sapienza Università di Roma; Mauro Vergari, direttore sostenibilità di Adiconsum. Ad aprire, l’addetto stampa del Parlamento Europeo Alberto D’Argenzio e nelle vesti di moderatore, Marco Gisotti, giornalista esperto di green economy.
Oggetto di dialogo sono state le tematiche collegate alle ultime decisioni prese dal Parlamento Europeo in sede di plenarie, che hanno riguardato nello specifico: il diritto alla riparazione, la riduzione degli imballaggi e direttive contro il greenwashing.

Al fine di riparare invece che acquistare, la proposta del PE mira a promuovere un consumo più sostenibile agevolando, rendendo più accessibile e conveniente, la riparazione dei prodotti difettosi, in modo tale da ridurre i rifiuti e sostenere economicamente il settore della riparazione.
Ogni europeo genera quasi 190 kg di rifiuti di imballaggio all’anno, e pertanto l’obiettivo che la normativa sugli imballaggi si prefigge è proprio quello di ridurne e limitarne l’uso di alcuni tipi e di vietare le “sostanze chimiche per sempre” negli imballaggi alimentari.
Infine, la terza direttiva presa in considerazione durante il dialogo tra i relatori, è stata quella riguardante il via libera definitivo da parte del Parlamento a una legge che mira a proteggere i consumatori da pratiche di commercializzazione ingannevoli, aiutandoli a compiere scelte di acquisto più informate. A tal fine, si interverrà sul miglioramento dell’etichettatura dei prodotti e sarà vietato l’uso di dichiarazioni ambientali fuorvianti, spesso utilizzate da strategie di marketing problematiche legate al cosiddetto greenwashing.

Introducendo gli argomenti di discussione, Marco Gisotti ha esordito con una riflessione intorno al concetto di economia circolare e sulle richieste da parte dei giovani di azioni concrete per una sostenibilità a 360 gradi. Richieste che i rappresentanti sono stati chiamati a rappresentare al Parlamento Europeo.

La parola è passata poi alla professoressa Gavrila che ha precisato la necessità di riportare al centro ciò che è considerato “immondo”, giovani compresi, poiché essi sono le antenne del cambiamento. Le sue parole sono molto chiare: “la parola immondizia vuoi dire fuori dal mondo: i giovani sono stati fuori dai media mainstream, fuori dalle politiche e dalla centralità e quindi, c’è una similitudine tra la condizione giovanile e il senso dell’immondizia.Portare i giovani al centro significa portare al centro anche ciò che è immondo e l’economia circolare dovrebbe collocarsi in quest’aerea“,

La prospettiva dei consumatori è stata invece rappresentata da Mauro Vergari, che ha parlato di come i consumatori debbano essere tutelati e di come, affinché avvenga una transizione che sia economica, sociale e ambientale, è necessario che cambi il modo in cui si pensa all’economia. Ciò che risulta auspicabile e necessario, è dunque un cambiamento dell’economia che non metta più al centro solo il profitto, ma anche il profitto e soprattuto l’essere umano.

Portavoce in presenza di quanto detto e fatto finora dal Parlamento Europeo, Camilla Laureti ha messo in luce il lavoro fatto circa il Green Deal nato per rispondere a una sensibilità ambientale promossa dai giovani. I giovani hanno chiesti agli adulti di agire. Perché questo agire risulti sempre più concreto, Camilla Laureti sostiene che bisogna avere senso pratico e concentrarsi piano piano su piccole cose che possono fare la differenza perché bisogna essere consapevoli che quello della sostenibilità è un tema che abbraccia l’economia quanto la società nella sua quotidianità. Cita come esempi il caricatore universale e l’incentivo per la mobilità elettrica.

Anche l’europarlamentare De Meo si concentra sulla necessità di proporre piccole cose per un cambiamento in prospettiva e sostiene che la chiave sia legata al concetto di ottimizzazione, non solo economica ma anche civica. Bisogna risvegliare il senso di appartenenza ad una comunità, ad una casa che bisogna tutelare.

Interessante la domanda posta dal moderatore Gisotti. L’Europa viene fuori da una crisi pandemica globale della quale bisogna ancora gestire i postumi, è geograficamente vicina a due conflitti molto pesanti sul fronte dell’economia globale come quelli israeliano-palestinese e quello russo-ucraino. In tutto questo riesce a inserirsi un pensiero per le piccole iniziative legate alle tematiche ambientali?

La Laureti risponde ponendo l’accento sull’importanza del pensare in prospettiva. Perché un cambiamento avvenga c’è bisogno di tempo. E’ vero che quotidianamente ci saranno sempre questioni cogenti da affrontare, ma questo non toglie l’importanza di un pensare e di un agire lungimirante in vista di cambiamento non tangibile adesso ma i cui effetti si vedranno in seguito. Anche perché essendo l’economia un settore circolare gli effetti dei miglioramenti in suo ambito si vedranno anche nella gestione degli altri.

Ci si concentra in seguito sulla risposta della società a questi piccoli cambiamenti. Vergari sottolinea l’importanza del dover cambiare modo di fare per pensare all’ambiente come parte dell’economia e la Gravila riporta in luce la prospettiva giovanile citando il fenomeno dell’ecoansia, della paura che non ci sia più un mondo in cui abitare. Si conclude la conferenza con una citazione di Holderlin da parte della professoressa. “Dove cresce il pericolo, cresce anche ciò che si salva”.  E’ un monito di speranza per lasciare ai giovani l’immagine di un futuro “promessa” in cui potranno abitare.

Intervista a Camilla Laureti del Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici

      Intervista-a-Camilla-Laureti

Intervista a Mauro Vergari, direttore sostenibilità di Adiconsum

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Intervista a Marco Gisotti, giornalista esperto di green economy

      Intervista-a-Marco-Gisotti

Interviste e articolo a cura di Greta Nesci e Miriana Salis