La pandemia ha portato con sé catastrofi ed eventi negativi, eppure c’è chi, come Silvia Bencivelli, ha saputo fare di necessità virtù. In un periodo dove notizie negative erano all’ordine del giorno, rinchiusi nelle mura domestiche, l’idea di un libro sulla storia della medicina appare un’ottima via di fuga, per distrarsi dal flusso negativo che impervia le grigie giornate della primavera 2020.
Il 19 maggio è uscito in tutte le principali librerie “Eroica, folle e visionaria. Storie di medicina spericolata”, edito da Bollati Boringhieri. La penna è della dottoressa Silvia Bencivelli, giornalista, divulgatrice scientifica, conduttrice radiofonica e televisiva italiana. Da anni operatrice nel campo della storia della medicina e collaboratrice Rai. Un saggio che coinvolge la materia medico scientifica espressa in racconti folli quanto straordinari, tra autoesperimenti e autosperimentatori. Tra chi per il bene della medicina, ha sperimentato su se stesso farmaci o miscugli di soluzioni. Questa è quanto stato presentato nella giornata di venerdì 26 maggio, presso la cornice filosofica di Villa Mirafiori. Un incontro al quale hanno partecipato in qualità di presentatori, oltre all’autrice, i professori Pino Donghi e Simone Pollo.
Un libro che racchiude al suo interno un volto ironico, racconti quasi romanzati di chi, pur di arrivare a un risultato ottimale, o per dimostrare la propria bravura, ha tentato di operarsi da solo, rischiando la sua stessa vita in nome della medicina. Forse pura follia, o forse no.
Il dilemma genio o sregolatezza sorge spontaneo? Quanta pazzia ci vuole per sottoporsi un cocktail di barbiturici per vedere l’effetto che hanno. Pazzia che però delle volte ripaga.
Se oggi riusciamo a curarci e ad avere una medicina moderna, molto lo dobbiamo a chi, della sua scelleratezza, ne ha fatto un vero esperimento scientifico, riuscendo talvolta a conseguirne un’utilità ai fini medici. Un lato della medicina che spesso si sottovaluta, erroneamente si pensa che un giorno uno scienziato nel suo laboratorio abbia trovato la formula giusta e subito “Eureka“, quando in realtà il traguardo finale è stato frutto di esperimenti, o in alcuni casi autoesperimenti, con alcuni casi finali spiacevoli.
Un libro che può aiutare chi vuole comprendere meglio la storia della medicina, argomento di cui poco si dibatte, disquisendo di più sulla parte tecnica, sorvolando questi temi, ritenuti sbadatamente superflui.