Il rilancio culturale della Sapienza passa anche attraverso la riqualificazione dei suoi spazi. Questa la chiara dichiarazione di intenti del Magnifico Rettore, il prof. Eugenio Gaudio, che in occasione dell’inaugurazione del Centro Congressi d’Ateneo ha sottolineato la valenza simbolica della struttura in quanto luogo di aggregazione, anche nell’ambito del più ampio programma di ristrutturazione volto a riqualificare gli spazi destinati agli studenti ed a tutti coloro che vivono ed operano nel più grande ateneo d’Europa.
La cerimonia si è svolta nella mattinata di giovedì 30 marzo presso la sede di via Salaria, ed oltre al Magnifico Rettore ha visto la partecipazione del direttore generale Carlo Musto D’Amore – che ha paragonato il Centro all’Aula Magna in quanto patrimonio dell’intera comunità accademica dalla forte valenza storica – e della prof.ssa Raffaella Messinetti, preside della Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione.
Quest’ultima, durante il suo intervento, ha definito l’evento “un’occasione di gioia, un momento di condivisione della storia e della comunità della Sapienza”: il Centro Congressi – riaperto al pubblico dopo quasi un anno di lavori di ristrutturazione – svolgerà un ruolo cruciale nel creare i presupposti per una sempre più dinamica sinergia tra le differenti anime dell’Ateneo, sarà luogo d’incontro, di dialogo tra i suoi attori, i suoi protagonisti, i suoi ospiti. Quasi una sorta di “Agorà” accademica – così come dichiarato dalla stessa Messinetti – rinnovato simbolo di un’apertura culturale e dialogica che rappresenta da sempre uno dei tratti distintivi dell’identità della Sapienza.
Un messaggio importante per la comunità, non solo universitaria, che arriva direttamente dalle più alte cariche dell’Ateneo a distanza di pochi giorni da un’altra manifestazione di apertura al confronto ospitata dalla sede di via Salaria: il Festival delle Generazioni. Anche in quell’occasione, le parole chiave sono state sinergia, dialogo, condivisione di spazi e di esperienze. Tematiche attualissime, talvolta banalizzate, che meritano una trattazione efficace ed articolata in quanto fondamento ineludibile alla convivenza civile.
In un momento storico di crisi culturale prima ancora che economica, in cui sembra tornare in auge il vecchio e sterile concetto di confine – nella sua accezione di linea di demarcazione tra fazioni contrapposte – la rivalutazione del concetto di spazio comune da parte delle istituzioni – università in primis – rappresenta un segnale forte, diretto, che travalica l’inaugurazione mondana di un Centro Congressi e diventa messaggio universale.
Ismaele Pugliese