Se l’evoluzione del digitale vi sembrava inarrestabile, il signor Zuckerberg prende tutto in parola e rivoluziona le sue applicazioni una dopo l’altra. Gli ultimi aggiornamenti di iPhone e Android hanno, infatti, introdotto tre novità nel giro di poche settimane; ultimissima Instagram, che cambia stile e lancia gli album di foto, confermando le indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi. Anche se sono le Stories, i contenuti multimediali della durata di 24 ore, le protagoniste indiscusse, sbarcando prima su Facebook e poi, ieri, su WhatsApp come “aggiornamenti di Stato”. Chi c’è dietro tutto questo? Quanti milioni sono in gioco? E la privacy? Cerchiamo di fare chiarezza andando per ordine.
La “scalata” di Facebook comincia nel 2012 con l’acquisto di Instagram per un miliardo di dollari, che nel 2016, con l’avvento delle Stories, ha registrato circa 150 milioni di utenti attivi, scatenando un vero e proprio uragano sul mercato. Pare che l’idea fu “rubata” a Snapchat, il social di Evan Spiegel che nello stesso anno rifiutò ben tre miliardi di dollari offerti da Menlio Park. Nel 2014, sorprendentemente e per la modica cifra di quattordici miliardi di dollari, Zuckerberg acquista WhatsApp, l’app di messaggistica più amata, confermando la sua intenzione di “monopolizzare” il mondo della comunicazione digitale.
Ma arriviamo alle novità di questo mese. Il 15 febbraio 2017 Facebook lancia le Stories sulla stessa linea di Instagram e Snapchat, 24 ore di tempo per contenuti foto e video di massimo dieci secondi, visibili agli amici. Ieri 22 Febbraio, su WhatsApp appaiono i nuovi “aggiornamenti di Stato”: con una stima di 50 miliardi di messaggi, con più di 3.3 miliardi di foto, 760 milioni di video e 80 milioni di GIFs inviate mediamente ogni giorno, Joan Koum, CEO dell’applicazione, ha scelto di ritornare all’idea originaria e imitare il “fratello” Facebook, dichiarando “quando 8 anni fa abbiamo lanciato WhatsApp, l’idea era quella di creare un’app per la condivisione di aggiornamenti di stato, attraverso cui le persone potevano inserire una breve riga di testo per far sapere ai loro amici quello che stavano facendo. Quando abbiamo notato che le persone utilizzavano la funzione per comunicare in tempo reale abbiamo ridisegnato WhatsApp rendendolo un’applicazione di messaggistica istantanea”. Un esperimento, dunque, che vuole sfidare i gusti e le necessità del pubblico e forzarli ad approdare sulla sponda “social”. Ovviamente, i contenuti saranno condivisi con i contatti presenti in rubrica e non con gli Amici o i Followers accuratamente scelti sulle altre piattaforme, il che rende ancora più interessante analizzare l’atteggiamento degli utenti verso il nuovo aggiornamento. E mentre si è ancora intenti a metabolizzare le novità, Instagram annuncia ufficialmente le funzioni del prossimo update, disponibile nelle prossime settimane per la versione 10.9 di iOS (iPhone) e per gli smartphone Android: gli utenti non saranno più costretti a scegliere uno scatto per un post ma potranno condividere in un colpo solo fino a 10 foto e video.
Cosa ne sarà della nostra privacy? Joan Koum assicura su WhatsApp dichiarando che gli aggiornamenti saranno protetti dalla crittografia end-to-end, proprio come le chat, anche se, per star sicuri, è consigliabile attivare il nuovo sistema di verifica dell’identità in due passaggi.
Intanto a fare le spese di tutto questo caos di novità sembra essere proprio Snapchat, l’unico responsabile di questa rivoluzione social. Secondo una ricerca condotta dalla piattaforma di social media analitycs Delmondo, tra agosto e novembre dello scorso anno il numero di utenti unici a livello globale è crollato del 40%. In netto calo anche i contenuti delle star, che hanno registrato un taglio in termini di visualizzazioni tra il 15 e il 30%.
Non resta che aspettare i risultati delle nuove manovre e scoprire in che modo le mosse di Menlio Park cambieranno gli equilibri del settore. Nel frattempo, controllate sempre gli aggiornamenti delle app sul vostro smartphone, non si sa mai.
Sara Corrieri