Martedì 23 aprile, nella Sala lauree del Dipartimento di Scienze politiche presso la Sapienza Università di Roma, si è svolto un convegno dal titolo “L’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro di oggi e di domani“.
L’evento ha offerto una piattaforma di discussione e riflessione su come l’intelligenza artificiale stia influenzando e continuerà a influenzare il mondo del lavoro, soprattutto in settori chiave come la sanità, la logistica e l’automotive. In un momento cruciale in cui l’UE sta considerando regolamenti sull’IA e sul lavoro tramite piattaforme digitali, il convegno ha promosso un confronto tra scienziati dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova, studiosi di diversa formazione e rappresentanti di varie imprese.
La giornata si è aperta con i saluti istituzionali della rettrice Antonella Polimeni, tramite una video-registrazione, e della direttrice del Dipartimento di Scienze sociali ed economiche, Emma Galli, le quali hanno sottolineato l’importanza strategica dell’argomento trattato e l’impegno della comunità accademica nell’affrontare le sfide poste dalla trasformazione digitale.
“Sull’intelligenza artificiale si sta discutendo molto di questi tempi, è un tema estremamente centrale nel dibattito. E lo è soprattutto perché chiama in causa diversi saperi. È una problematica che richiede l’interdisciplinarità, un dialogo aperto tra discipline” ha aggiunto, durante il suo intervento, la professoressa Galli, testimoniando così l’ampia portata degli ambiti di ricerca coinvolti nell’incontro.
Il convegno si è articolato in diverse sessioni tematiche, ciascuna dedicata ad approfondire specifici aspetti legati all’impatto dell’IA sul lavoro.
Nella prima sessione, moderata dalla professoressa Lucia Valente, sono intervenuti ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, tra cui Alessio Del Bue, Daniele Pucci e Lorenzo Natale, i quali hanno analizzato le implicazioni dell’automazione e dell’IA sul mercato del lavoro a breve e medio termine, evidenziando sia le opportunità che le sfide che queste tecnologie comportano per i diversi settori produttivi.
La successiva sessione, che ha visto come relatrice la professoressa Orsola Razzolini dell’Università di Milano, ha affrontato il tema della modifica dei parametri che permettono di distinguere tra lavoro subordinato e autonomo in un contesto in cui le dinamiche organizzative e contrattuali sono profondamente influenzate dall’innovazione tecnologica.
Nella terza sessione, la professoressa Alessandra Sartori dell’Università di Milano ha guidato una discussione sulla gestione della performance nell’era dell’IA, evidenziando le implicazioni etiche e legali legate alla crescente capacità delle tecnologie digitali di monitorare e valutare il lavoro umano.
Infine, il professor Marco Peruzzi dell’Università degli Studi di Verona ha illustrato il ruolo sempre più determinante dell’IA nella selezione del personale e nella distribuzione delle mansioni, sottolineando l’importanza di garantire una gestione etica e responsabile dei dati personali e delle decisioni automatizzate. Nella stessa sessione, la professoressa Valeria Filì dell’Università degli Studi di Udine ha offerto degli spunti di riflessione provocatori e piuttosto crudi, affermando:
“Il grande prezzo da pagare sono i nostri dati. Noi, ogni giorno, stiamo conferendo la nostra vita a non sappiamo nemmeno chi. Per la nostra comodità, noi, in fondo, stiamo sacrificando la nostra libertà e la nostra autodeterminazione. E stiamo diventando estremamente prevedibili perché l’intelligenza artificiale e gli algoritmi ci processano e capiscono di noi molto più di quanto noi capiamo di noi stessi.”
Durante l’intero convegno, è emersa una consapevolezza diffusa riguardo la necessità di affrontare con urgenza le sfide poste dall’IA al mondo del lavoro, promuovendo al contempo una riflessione critica e una regolamentazione equilibrata in grado di garantire la protezione dei diritti dei lavoratori e il pieno sviluppo delle potenzialità delle nuove tecnologie.
Intervista alla docente Lucia Valente