Gianpaolo Calvarese, classe ’76, è stato ospite ieri mattina nella trasmissione Post-it Sport su RadioSapienza. Nel breve racconto ha ripercorso la sua carriera come arbitro di calcio, dagli inizi fino al suo ritiro. Come lui stesso ha detto, ha iniziato ad arbitrare le partite perché “aveva provato a giocare a calcio ma con pessimi risultati“; continua, “Quasi tutti gli arbitri sono scarsi a giocare a calcio però hanno una grande passione per questo sport”.
Proseguendo nella chiacchierata, Calvarese ha ricordato le partite più impegnative nelle decisioni da prendere rispetto ad altre: per lui, infatti, non esistono partite difficili da arbitrare ma decisioni importanti da dover valutare.
In seguito, l’ex fischietto ha continuato parlando delle nuove tecnologie, come VAR e fuorigioco semiautomatico con i vari miglioramenti che sono applicabili, che sono importanti e necessarie per poter diminuire il margine di errori che inevitabilmente ogni arbitro commette. Proprio sugli errori Calvarese ha sottolineato che la bravura di un’arbitro è quella di ridurre sempre di più questo margine e di fare tesoro di ogni singolo errore in modo tale da non ripeterlo; tuttavia ha proseguito dicendo che ogni arbitro “non si deve buttare giù (dopo aver commesso un errore) e capire che quello che più conta nell’arbitraggio, oltre al talento, è il lavoro, la voglia di fare, di migliorarsi fino ad arrivare al minor margine di errore”.
In conclusione dell’intervista, dopo aver parlato della sua nuova avventura come imprenditore e come commentatore delle partite del mercoledì di Champions League per Prime Video, ha augurato a tutti gli universitari e ascoltatori di “seguire la propria Stella Polare e ambire a fare quello che ti appassiona perché, se fai quello che ti piace, difficilmente esistono sacrifici; esisterà solo l’impegno e la voglia di fare. Intraprendete qualcosa che possa riempire quel vaso (che siete) di sentimenti, passioni e forza”.
Intervista a Gianpaolo Calvarese, ex arbitro di calcio e commentatore sportivo