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Io e il Secco: la violenza domestica con gli occhi di un bambino ad Alice nella Città

Io e il Secco - Alice nella Città 2023

RadioSapienza e Cinemonitor alla Festa di Roma con Alice nella Città

L’unico film italiano nel concorso internazionale di Alice nella Città 2023, è “Io e Il Secco”, film d’esordio di Gianluca Santoni, che porta l’Emilia Romagna a Roma, e lo fa magistralmente.

Io e Il Secco: la violenza domestica vista con gli occhi di un bambino

Ripenserai agli angeli, al caffè caldo svegliandoti…

Il film inizia sulle note di una canzone iconica di Tiziano Ferro, che tutti abbiamo canticchiato almeno una volta nella vita.

Quella che viene presentata all’inizio è una famiglia apparentemente “felice”, tranquilla, in macchina, in cui la madre alza un pò la radio per cantare con suo figlio Denni (Francesco Lombardo), “Denni con la I”, la loro canzone preferita. Quello che scopriamo man mano però, è che le canzoni a volte si cantano quando si ha paura, quando ci si vuole tranquillizzare. 

Sua madre (interpretata dalla splendida Barbara Ronchi), viene abbracciata, baciata, invitata a cena da suo marito (Andrea Sartoretti), dopo essere picchiata, ricoperta di insulti e poi di lividi quasi ogni sera. 

Denni ha solo 10 anni, è vero, e siamo abituati nel panorama cinematografico ai bambini che percepiscono le violenze in casa e si rintanano sotto le coperte tappandosi le orecchie. Ma Denni, Denni con la I, no. Lui bacia tutte le ferite di sua madre, le chiede di andare via, ma questo sembra non bastare.

L’amore che il bambino prova nei confronti della madre, che resta inerme e non chiede aiuto, il senso di protezione e il desiderio di salvarla, si trasformano in rabbia. E la rabbia si traduce in una missione: uccidere il mostro, “il suo babbo”.

Denni è un bambino che viaggia molto con la fantasia, che prende un tronco in mano e spara, che indicando i lampioni per strada li spegne, un pò stile Harry Potter, ma si rende conto che le sue azioni non hanno effetti reali sulla realtà, di essere impotente, un pò fragilino. Ma la soluzione gli si palesa davanti quando la sua migliore amica, gli parla di un suo cugino “killer”, “che spara, spara per davvero”. 

Ecco che avviene l’incontro tra Denni e “il Secco” (Andrea Lattanzi). Denni crede che il Secco sia un “super killer” quando in realtà è un ragazzo che si atteggia da criminale, tatuato in faccia sì, ma sensibile quanto il bambino, con un rapporto pessimo con il fratello ai domiciliari e con una ex-ragazza che aspetta il loro bambino, che accetta l’incarico solo per guadagnare soldi.

Il legame che si crea tra i due non si dovrebbe spiegare a parole, andrebbe semplicemente visto sul grande schermo. Potrebbe essere visto come un legame fraterno, o padre-figlio, o un buddy, un eroe e un anti-eroe, quasi una favola, ma in realtà è molto di più. 

E’ molto di più perché sotto l’umorismo, il contrasto bambino-adulto, strafottenza e ingenuità, bene e male, c’è il tema della violenza, della solitudine, della rabbia, dell’impotenza. La disperazione: come mettere fine a un dolore di una persona che ami, senza provocare però altro dolore? Perché in fondo si sa che non è quella l’unica soluzione.

I due vivono un viaggio di formazione, imparano l’uno dall’altro, ma riescono a completare la loro missione? 

Tra la radio e il telefono risuonerà il tuo addio…” nel corso del film risuonano le stesse note iniziali di Sere Nere ma forse con meno paura, e più speranza

Paola Bartuca